La notizia è recentissima ed inizia a diffondersi a macchia d’olio, Xiaomi perde la disputa aperta da Apple per l’utilizzo del nome Mi Pad sul mercato europeo. Questo sta a significare che non potremo mai vedere i tablet Xiaomi distribuiti ufficialmente nel nostro Paese? Cerchiamo di capire meglio.
Iniziamo dal principio, anno 2014, Xiaomi invia richiesta per la registrazione del marchio “Mi Pad” su territorio eurpeo presso gli uffici competenti. Apple non vede assolutamente di buon occhio la richiesta e deposita presso UNIPO (Ufficio dell’Unione Europea Per la Proprietà Intellettuale) un’istanza che segue il suo iter e sfocia nel 2016 in una sentenza a suo favore, riconoscendo quindi le ragione del colosso di Cupertino.
Lo scorso Martedì si è avuto invece il verdetto per il secondo grado di giudizio previsto in questo genere di dispute, per mezzo dell’organo chiamato General Court, in cui veniva sostanzialmente confermato quanto deciso dall’UNIPO, perciò sempre a favore di Apple.
Il centro del dissidio sta nell’eccessiva assonanza tra i marchi “Mi Pad” ed “iPad” ed un punto fondamentale delle accuse verte sul fatto che potrebbe esserci una cattiva interpretazione da parte degli utenti di lingua inglese, i quali potrebbero leggere “Mi” come “My“, rendendo i suoni dei due nomi praticamente identici, con la sola aggiunta di un “M” per il prodotto a marchio Xaiomi.
Ad oggi la lingua inglese è quella adottata all’interno della Comunità Europea ed è nativa solo per UK ed Irlanda, mentre ha un particolare rilievo in altre piccole realtà (dipendenze della Corona britannica, alcuni territori olandesi e Malta), per tutti gli altri Stati membri l’inglese è una seconda lingua.
E’ effettivamente sufficiente la motivazione basata su di un’assonanza che si verifica nel caso in cui un utente anglofono commetta un errore di lettura, per dare il diniego alla registrazione del marchio Mi Pad? Ma se UK,principale stato di maderlingua inglese, sta abbandonando la Comunità Economica Europea quanti saranno quelli che “potrebbero” leggere erroneamente “my” al posto di “mi”?
Forse noi siamo un po’ di parte, quindi queste riflessioni ci vengono spontanee, staremo però a vedere cosa accadrà nel terzo grado di giudizio previsto, presso la Court of Justice dell’Unione Europea, a cui Xiaomi farà sicuramente appello per concludere definitivamente la questione.
una lungimirante sentenza in grado di affermare che “due cose diverse sono uguali” anzi, di più, che “se uno non sa leggere e sbaglia a leggere allora il nome che ne esce potrebbe essere frainteso con quell’altro”… chissà quanto MyPad® circolano nelle stanze della General Court of Justice.