Torniamo a parlare nuovamente di Xiaomi Mi Band 5 ma, invece di mostrarvi nuove informazioni tecniche o sul design (cosa che non abbiamo), vogliamo concentrarci sul suo posizionamento sul mercato e su come potrebbe beneficiare del (mezzo) passo falso fatto da Fitbit con la presentazione di Charge 4.
Utilizzo un dispositivo Fitbit da diversi anni ormai e mi trovo estremamente bene, soprattutto con l’app molto ben realizzata e semplice da usare. È per questo che stavo guardando con molto interesse il lancio del Charge 4 per un possibile upgrade. Dando però uno sguardo al nuovo modello appena presentato, ho subito realizzato che si tratta essenzialmente di un “Charge 3S” con zero novità a livello estetico e qualche aggiunta alle componenti interne: certo, l’avere un GPS integrato fa fare un salto di qualità eccezionale al dispositivo ma non dimentichiamo che esistono diverse fitness band concorrenti che lo integrano pure.
E con ciò veniamo alla Xiaomi Mi Band 5. La sua presentazione attesa per giugno e la sua possibile integrazione di un sensore NFC per i pagamenti via Google Pay (altro servizio che uso molto), così come di un sensore GPS per il tracciamento preciso degli allenamenti e l’oramai acclamato display OLED a colori (contro lo schermo OLED monocromatico di Charge 4), non solo mi ha stuzzicato l’attenzione ma mi sta sempre più convincendo a fare il passo decisivo e uscire fuori dall’ecosistema Fitbit.
Trasferire i dati dall’app Fitbit a Mi Fit non è possibile per vie ufficiali ma sfruttando alcune app sviluppate appositamente (come ad esempio FitoFit) è possibile appoggiarsi a Google Fit per mantenere l’intero storico di passi, sonno, calorie e quant’altro.
Il tutto senza dimenticare che Fitbit Charge 4 ha un costo di partenza di 149,99 euro, cifra a cui la Xiaomi Mi Band 5 non si avvicinerà nemmeno lontanamente.
Voi che cosa ne pensate? Il passaggio da un ecosistema all’altro è qualcosa che avete già incontrato oppure, come me, siete indecisi sul farlo?