Se foste stati nel centro di San Francisco, Los Angeles o a Washington DC di recente, probabilmente aveste notato un afflusso di monopattini elettrici – versioni elettrificate del giocattolo dei bambini – agli angoli delle strade e ai marciapiedi. Le start-up tra cui Bird, fondata dall’ex dirigente prima di Lyft e poi di Uber Travis VanderZanden, LimeBike e Spin, stanno “sbarcando” scooter collegati a internet nelle strade della città americane, apparentemente nel tentativo di colmare le lacune nel trasporto pubblico. Nonostante tutto il marketing e la promozione sia a carico loro, il monopattino elettrico in se è quello di Ninebot, una sussidiaria di Xiaomi. Di fatto, si tratta di un Mi Electric Scooter con un nuovo marchio.
Xiaomi Mi Electric ScooterQueste startup commercializzano le loro flotte come un modo economico e semplice per aggirare la congestione delle città. Sono stati ampiamente finanziati da venture capitalist, raccogliendo ben 255 milioni di dollari collettivi.
Stesse specifiche e stesso design ma marchio differente
In Cina, il Mi Electric Scooter viene venduto per 1.999 yuan (circa 320 dollari), ma negli Stati Uniti, su siti come Amazon, può costare circa 500 dollari (per via delle spese e delle tasse di importazione). Pesa poco più di 12 KG e può connettersi in modalità wireless tramite Bluetooth ad altre app. Lo scooter ha un’autonomia massima di circa 29 KM “in condizioni specifiche”, che includono condizioni meteorologiche miti, un carico di circa 75 KG e una “strada piana senza venti forti”.
Mentre l’azienda Bird ha rifiutato di confermare che sta usando il Mi Electric Scooter di Xiaomi, anche quando i colleghi di Quartz hanno mostrato i due modelli accanto, un portavoce dell’azienda Spin ha confermato che stanno lavorando con Xiaomi per produrre e personalizzare la sua flotta di scooter.
Insomma, la grande politica cinese nel business degli ultimi 50 anni sta venendo adoperata anche da Xiaomi per massimizzare i profitti in mercati al di fuori del proprio diretto controllo.