Alla prima edizione del Chinese International Import Expo tenutosi a Shanghai, Lei Jun, fondatore di Xiaomi, ha rivelato alcune informazioni circa la ricerca della società di avere una propria impronta a livello globale. Attualmente, Xiaomi ha una presenza in 82 mercati esteri, cosa non da poco visto che l’azienda ha iniziato il suo piano di conquista dei mercati internazionali solo nel 2014, quattro anni dopo la fondazione in Cina.
A partire dal secondo trimestre del 2018, l’attività internazionale di Xiaomi è cresciuta del 150% ed è entrata con successo in 82 mercati esteri. Tra gli 82 mercati in cui è presente l’azienda, il marchio è tra i primi cinque in circa 25 mercati.
Lei Jun ha inoltre aggiunto che l’obiettivo di Xiaomi è di portare prodotti di alta qualità ai consumatori locali con buoni prezzi (riferendosi al margine massimo del 5% di guadagno dell’azienda).
La società sta inoltre investendo per formare squadre locali e fabbricare prodotti localmente. Ad esempio, il 95 percento dei prodotti Xiaomi in Indonesia viene fabbricato localmente. In India, la società ha già stabilito fabbriche produttive locali e ha anche iniziato a investire in startup per sviluppare l’industria globale della rete Internet.
Ancora una volta, l’azienda ha battuto il suo rivale Samsung come il principale marchio di smartphone con la maggior parte delle spedizioni nel mercato indiano nel terzo trimestre di quest’anno. La quota di mercato complessiva di Xiaomi durante il terzo trimestre del 2018 arriva al 27%, mentre Samsung è riuscita a conquistare il 23% della quota di mercato.
E poi non dimentichiamo la presenza di Xiaomi in Europa, con Francia, Spagna e Italia già presenti e con il Regno Unito che si unirà a breve.
Insomma, il colosso cinese si sta espandendo sempre di più dimostrando che realizzare dispositivi di alta qualità che però non abbiano un costo molto elevato è possibile.