Nonostante Redmi sia un’azienda “indipendente” da Xiaomi e opera come un brand a se stante sul mercato, è innegabile il fatto che condivida gran parte delle risorse di ricerca e sviluppo con l’azienda madre (cosa che fra l’altro si può dire senza dubbio anche di POCO, l’altra azienda indipendente del gruppo). Adesso la stessa cosa è avvenuta fra alcuni dei concorrenti più agguerriti in Cina e a livello globale, con OnePlus e OPPO che hanno unito le forze condividendo gran parte della R&D hardware.
“Per massimizzare al meglio le risorse e posizionare ulteriormente OnePlus per la crescita, stiamo integrando ulteriormente alcune capacità di ricerca e sviluppo con OPPO e all’interno di OPLUS, il nostro investitore a lungo termine. OnePlus continuerà a operare in modo indipendente e a lavorare per offrire la migliore esperienza utente possibile per gli utenti OnePlus esistenti e futuri “.
Quello che sembra evidente è che, con l’espansione di OnePlus anche nella fascia media e in quella bassa (proprio quelle dominate in lungo e in largo da Xiaomi e Redmi), il colosso cinese di Pete Lau abbia capito che poter contare su un’altra grande azienda come OPPO e soprattutto suddividere i costi per lo sviluppo di nuove tecnologie sia il naturale passo da fare.
Fra l’altro, le due aziende sono da sempre sotto l’ombrello della holding company BBK, per cui non è dovuto avvenire alcun accordo speciale o acquisizione.
È bene precisare comunque che, a differenza di Xiaomi e Redmi che condividono la ricerca e sviluppo sia sul fronte hardware che su quello software, almeno per il momento OnePlus dovrebbe continuare a sviluppare da se la OxygenOS (HydrogenOS in Cina) e OPPO continuare da se con la ColorOS (considerata la ROM più fluida del 2020 dal test benchmark Master Lu).