Il successo che stanno avendo le Redmi AirDots probabilmente ha superato anche le più rosee aspettative di Xiaomi. Stando ad alcuni dati, nel primo mese di vendite l’azienda è riuscita a spedirne ben 1 milione e, al 31 agosto (ultimo aggiornamento per i dati di vendita), il numero ha superato persino le 3 milioni di unità. Tale dato arriva in contemporanea a quello altrettanto incredibile degli smartphone venduti da Xiaomi in India nei suoi primi 5 anni di presenza nel mercato.
Lanciate ufficialmente il 18 marzo 2019, molto probabilmente sono il prodotto che ha venduto maggiormente nel catalogo di Xiaomi in così poco tempo.
Per chi non lo sapesse, le Redmi AirDots sono essenzialmente le Xiaomi AirDots dotate di una colorazione nera. Dal punto di vista tecnico quindi condividono le caratteristiche, con la connessione allo smartphone che avviene tramite Bluetooth 5.0 (grazie al chip RTL8763BFR) e la presenza di driver da 7,2 mm. C’è un DSP integrato con “riduzione del rumore ambientale”.
Ci sono zone touch su ogni auricolare con controlli ben specifici dei tasti fisici che rappresentano una delle poche differenze con le Xiaomi AirDots che hanno dei controlli touch. In termini di autonomia, gli auricolari possono durare fino a 4 ore da soli mentre la custodia per il trasporto estende a 12 ore la durata. Ogni auricolare carica la sua batteria da 40 mAh in 1,5 ore mentre la batteria da 300 mAh presente nel case ha bisogno di 2 ore.
Purtroppo le Redmi AirDots (così come anche la variante di Xiaomi) non sono disponibili nel mercato italiano (almeno in maniera ufficiale), visto che l’azienda ha preferito commercializzare le Mi True Wireless Earphones.
In realtà le Redini Airdots non hanno zone touch, bensì pulsanti fisici…
Ovviamente intendevo scrivere “Redmi Airdots”