Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto che gli smartphone top di gamma di ogni produttore hanno avuto un aumento di prezzo incredibile, passando dai 699 – 799 euro fino a superare il muro dei 1000 euro. Tale aumento ha contribuito a ricreare la categoria di smartphone definita “flagship killer” che, offrendo specifiche simili, arrivano sul mercato a prezzi più economici. Xiaomi non è stata esente su questo fronte degli aumenti anche se, come detto, l’aumento dei modelli premium ha creato una categoria a se stante di “flagship killer” in cui anche Xiaomi (e i vari brand a essa legati) si sono infiltrati molto bene.
Se consideriamo che, al momento, gli smartphone Xiaomi più costosi sono il Mi 10 che ha un prezzo base di 799 euro e il Mi 10 Pro a 999 euro (escludendo allo stesso tempo la parantesi minima del Mi MIX Alpha venduto a oltre 2200 euro), l’ex fascia alta che sta dai 500 euro ai 750 euro si è arricchita di alcuni flagship killer molto interessanti: dal POCO F2 Pro (da 599 euro) al Redmi K30 Pro (stesso smartphone ma non venduto in Italia), passando per il Black Shark 3 (da 599 euro).
Tutti questi sono smartphone che, tranne per il comparto fotografico, condividono le stesse specifiche tecniche premium dei modelli di punta ma hanno un prezzo decisamente più accessibile.
Oltre a ciò, si sta rivelando sempre più vera la teoria secondo cui, nonostante gli smartphone premium catturano la maggior attenzione da parte degli utenti, in fin dei conti sono i modelli da 200 a 400 euro quelli che vendono maggiormente. E non è un caso che, in questa fascia di prezzo, Xiaomi lanci ogni anno una pletora di nuovi modelli (soprattutto a brand Redmi).
Questo discorso non è assolutamente valido solo per Xiaomi. Stando a un nuovo report di mercato da Counterpoint Research, lo smartphone Samsung più venduto nel Q1 2020 è stato il Galaxy A90 5G il cui ASP (prezzo medio di vendita) è stato di $453, ben al di sotto dei $806 del Galaxy Note 9 che è stato il più venduto nel Q1 2019.