Nonostante il numero di smartphone venduti nel Q1 2018 sia cresciuto di circa l’88%, la politica dei prezzi e gli investimenti per espandere i propri confini hanno costato a Xiaomi ben 1,1 miliardi di dollari di perdite nei soli primi tre mesi dell’anno.
Potrebbe sembrare un controsenso ma, le mire espansionistiche di Xiaomi che hanno portato a questa ingente perdita nel primo trimestre potrebbero beneficiare la IPO (quotazione in borsa) che sta progettando e che, fra qualche settimana, potrebbe entrare nel vivo.
Il documento sul bilancio economico nel primo trimestre fa parte di un doppio elenco che includerebbe la Cina continentale, mostrando che in quel mercato le entrate di Xiaomi per il trimestre sono balzate a 34 miliardi di RMB, ovvero 5,3 miliardi di dollari. Ciò lo si è paragonato ai 114,6 miliardi di RMB (17,9 miliardi di dollari) frutto del totale delle vendite per tutto l’anno scorso.
In precedenza, Xiaomi aveva registrato una perdita di 43,9 miliardi di RMB (6,9 miliardi di dollari) nel 2017 a causa dell’emissione di azioni privilegiate agli investitori (54 miliardi di RMB), ma ha registrato un leggero profitto nel 2016.
Insomma, da quando vi è l’intenzione di entrare nella borsa di Hong Kong come un’azienda pubblica, l’interesse per i conti e i bilanci di Xiaomi si è accresciuto come non mai. Del resto, se il tutto dovesse essere finalizzato, i bilanci non potrebbero più essere nascosti in sede ma dovrebbe necessariamente essere pubblicati a beneficio dei potenziali investitori futuri.
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