Sembra che il miglior regalo di Natale per l’industria Xiaomi quest’anno siano i numeri e le statistiche. Recentemente Xiaomi, l’intraprendente casa di smartphone cinese, ha rivelato due punti chiave per valutare il suo successo nazionale.
Primo, sul blog ufficiale della casa cinese, la società rivela che il suo software MIUI basato su Android ha raggiunto oltre 30 milioni di utenti.Il numero non comprende solo gli acquirenti del telefono a marchio Xiaomi, ma anche tutti quelli che hanno “solamente” installato il software MIUI ROM sui loro telefoni Android.
La statistica per la società cinese parla di 1 utilizzatore MIUI ogni 48 persone sul territorio nazionale, e se si pensa che la Cina ha una popolazione di 1,4 miliardi di persone, stiamo parlando di numeri da capogiro.
Secondo, e molto più importante, la società afferma di aver ricevuto oltre 30 milioni di Yaun, circa 4,9 milioni di dollari, al mese provenienti da applicazioni, giochi, e personalizzazioni a tema installati su MIUI.
Perché questo numero è così significativo? Perché le applicazioni e i servizi sono una componente essenziale dei profitti Xiaomi. Infatti l’azienda vende i suoi dispositivi a prezzi concorrenziali proprio per introdurre strategicamente nel mercato il suo ecosistema software, in modo da raggiungere più consumatori possibili e ricavare dall’indotto che ne consegue, dovuto anche alla sua vasta gamma di accessori.
Le vendite record e i prezzi concorrenziali hanno aiutato incredibilmente Xiaomi ad attrarre a sè l’attenzione internazionale, componente essenziale di un’ottima strategia di marketing. Se i consumatori Xiaomi comprassero solo il software Xiaomi, i numeri di dispositivi a marchio Xiaomi posseduti delle persone (non importa la velocità di distribuzione) sarebbe in gran parte irrilevante.
In un post, il co-fondatore della tecnologia Xiaomi, Feng Hong, dichiara che il prossimo anno la società “migliorerà l’integrazione tra i suoi dispositivi e i servizi utili alla vita reale”.
Ora due saranno gli ostacoli che Xiaomi dovrà superare prima di permettergli l’espansione all’estero, uno difficile l’altro un po’ meno.
La prima prova consiste nel vedere se l’azienda sarà in grado di vendere facilmente i suoi dispositivi. Questo dovrebbe essere facile, dato che è ormai chiaro al consumatore che l’azienda vende hardware di fascia alta a prezzi concorrenziali, e questo dovrebbe permettergli un buon numero di vendite (salvo il fatto che altre società in futuro adottino lo stesso sistema di marketing).
La seconda prova, più difficile, sarà valutare se l’azienda possa ricavare dall’estero lo stesso profitto a livello software di quello che ormai possiede in casa. Questo richiederà una vasta rete di sviluppatori, disponibili a creare prodotti su misura per MIUI. E questi servizi dovranno essere competitivamente migliori di quelli offerti da Google e dal suo Play Store, che già offre applicazioni gratuite per lo più bloccate in Cina (come molti altri servizi Google). Promuovere nuove comunità MIUI potrebbe risultare impegnativo (anche se al momento Xiaomi sul suo blog dichiara di avere decine di migliaia di sviluppatori MIUI già pronti).
Dunque Xiaomi è sulla buona strada, 20 milioni di smartphone nel 2013, fatturato pari a oltre 5 miliardi di dollari. Nel 2012 la società aveva venduto oltre 7 milioni di telefoni, con un fatturato annuo di oltre 2 miliardi di dollari.