Il grande successo ottenuto da Xiaomi fin dalla sua creazione è stato possibile grazie alla sua politica di mercato competitiva. Più nello specifico, questa mossa di mercato consiste nel proporre dispositivi (di vario genere) con caratteristiche/materiali di tutto rispetto ma ad un prezzo relativamente basso. Tuttavia, se ciò ne ha portato un gran vantaggio in termini di notorietà all’interno del continente asiatico (e non solo), la nuova politica di mercato che verrà adottata potrebbe avare l’effetto contrario, in quanto, se non correttamente gestita, potrebbe causare (nel peggiore dei casi) anche il fallimento della società.
Infatti, secondo quanto riportato da Hugo Barra (CEO Xiaomi della divisione internazionale), la società ha intenzione di indirizzarsi verso la produzione di dispositivi di qualità superiore, estrapolando ciò dalle sue testuali parole (di seguito):
Quando si guarda…ai prezzi dei nostri prodotti, essi sono stati aumentati. I nostri clienti ci richiedono prodotti di qualità, quindi stiamo offrendo loro prodotti di qualità superiore utilizzando più componenti premium.
Inoltre, egli ha confermato anche la novità secondo cui quest’anno la società lancerà sul mercato uno smartphone da 4000 Yuan, ossia poco più di 540 €. Quindi, se ne può dedurre che da ora in avanti i prodotti del brand cinese saranno proposti a prezzi superiori, in quanto saranno realizzati con componenti di maggiore qualità. Tuttavia, alla richiesta di ulteriori delucidazioni a riguardo, egli ha preferito non pronunciarsi oltre.
Il primo smartphone di Xiaomi, il Mi 1, fu lanciato sul mercato ad un prezzo di 1999 Yuan (270 €) e lo stesso si può dire anche dell’ultimo flagship della società presentato agli inizi di quest’anno (il Mi 5) ma, come ben saprete, oltre ad esso sono state presentate altre due varianti, di cui una caratterizzata per l’appunto da materiali “premium” (il Mi 5 Pro). Con questa nuova politica di mercato, Xiaomi vuole seguire le orme di Huawei, in quanto anch’essa ha iniziato il suo cammino proponendo smartphone cheap e medio di gamma per arrivare agli attuali smartphone top di gamma con materiali premium (P9, Nexus 6P).
Anche se una tale mossa potrebbe portare i benefici economici da tempo attesi (fin’ora, le entrate erano moderatamente bassa per ogni smartphone venduto, soprattutto per la fascia bassa/media), sarebbe saggio da parte della società non interrompere la produzione dei dispositivi che fino ad adesso ne hanno creato il suo grande successo tra il pubblico, quali ad esempio tutti quelli appartenenti alla serie Redmi.
Occhio alle conversioni che vi è scappato uno zero.
Eh sì, errore di battitura, corretto