BlackBerry è stata per alcuni anni l’azienda tecnologica dedicata ai prodotti consumer e prosumer più importante al mondo. Prima dell’avvento dell’iPhone nel 2007, qualsiasi businessman aveva un BlackBerry per poter “lavorare in mobilità”. Come sappiamo però, la crescita esponenziale di iOS per Apple e Android per Google ha relegato il BlackBerry OS a un ruolo estremamente marginale. Tra l’altro, dal 4 gennaio nessuno smartphone con tale OS funzionerà più, nemmeno per effettuare o ricevere chiamate. Ma in tutto ciò ci sono delle lezioni che anche un’azienda ormai al vertice come Xiaomi può imparare.
La prima che ci viene in mente è quella di essere aperti a tutti. Apple è la più grande eccezione a questo ma nel 99% dei casi far comunicare i propri dispositivi con quelli della concorrenza è un requisito essenziale al successo. Xiaomi in questo senso sta facendo molto bene visto che, se da una parte è facilitata dall’uso di Android, sistema operativo open source per eccellenza, dall’altra si impegna per fare in modo che non solo i propri smartphone ma anche l’intero ecosistema sia funzionante con dispositivi prodotti dalla concorrenza.
La seconda lezione che Xiaomi ha decisamente imparato dal fallimento di BlackBerry è quella di non adagiarsi sugli allori. BlackBerry ha sottovalutato alla grande la minaccia di Apple e del suo iPhone e, proprio come il CEO di Microsoft, Steve Ballmer, non ha creduto che uno smartphone senza una tastiera fisica potesse avere successo. Xiaomi dal canto suo sta facendo della R&D una delle sue ragion d’essere, con investimenti ben superiori ai 10 miliardi di dollari nel corso dei prossimi anni legati a chip, auto elettriche, smartphone flessibili, realtà virtuale e realtà aumentata fra gli altri.
La terza lezione invece riguarda un concetto economico in generale: differenziare. Qualsiasi economista crede che puntare solamente sul “cavallo vincente” di un determinato momento è errato e non può funzionare come strategia a lungo termine. In questo caso BlackBerry un po’ si è ravveduta visto che, nonostante ha chiuso la bara per il suo mercato degli smartphone, ha ancora una presenza forte nelle infrastrutture di sicurezza di diversi governi e nel sistema di infotainment di diverse automobili.
Per Xiaomi questa non è mai stata una lezione da imparare, visto che ha le mano un po’ dovunque nell’ambito hi-tech.