Recentemente, il governo degli USA ha preso di mira Xiaomi aggiungendola, insieme ad altre aziende cinesi, ad una blacklist che vieta alle persone americane di investire in essa. Ciò significa effettivamente che gli investitori nel paese dovrebbero disinvestirsi dalle società inserite nella lista nera entro l’11 novembre 2021.
A questo proposito Xiaomi ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma di non avere rapporti con l’esercito cinese. Facendo poi seguito a ciò, la società ha fatto un passo avanti e ha presentato un reclamo legale. Secondo un report, Xiaomi ha presentato una denuncia legale in un tribunale distrettuale di Washington contro il Dipartimento della Difesa e del Tesoro degli USA.
Proprio come la dichiarazione precedente, Xiaomi afferma ancora una volta che la società non è controllata dall’Esercito popolare di liberazione cinese. Quando il governo degli Stati Uniti ha preso la decisione, non ha fornito alcuna prova di come il terzo produttore di smartphone al mondo sia associato all’esercito cinese.
Di conseguenza, questa dichiarazione afferma che il 75% dei diritti di voto dell’azienda spetta ai co-fondatori Lin Bin e Lei Jun. Aggiunge infine che la presunta “associazione pubblica” con i militari, se esiste, danneggerà solo la reputazione dell’azienda presso i suoi partner.
A proposito, la società afferma che un numero significativo di azionisti proviene dagli Stati Uniti la cui relazione strategica è fondamentale per crescere in un mercato competitivo.
Sebbene Xiaomi possa ancora importare la tecnologia statunitense senza una licenza a differenza di Huawei o DJI che si trovano in una situazione ben peggiore, una restrizione immediata agli investimenti causerà danni irreparabili all’azienda. Aspettiamo e vediamo come risponderà il governo degli Stati Uniti a questa causa legale nei prossimi giorni.