Xiaomi è stata da sempre un’azienda che si è focalizzata principalmente sugli aspetti software dei prodotti tecnologici. Di fatto, alla fondazione dell’azienda l’obiettivo principale era quello di sviluppare la MIUI ROM. Anche nel momento in cui è entrata ufficialmente nel settore smartphone, l’obiettivo principale è rimasto lo sviluppo software.
Forse non tutti sanno che tutto ciò è valido anche per la miriade di prodotti tecnologici presentati in questi anni da Xiaomi. Lo schema con cui agisce il colosso cinese è molto semplice ma allo stesso tempo molto funzionale:
- Collabora al progetto hardware con delle azienda partner responsabili della realizzazione fisica;
- Sviluppa nel frattempo il software di gestione del prodotto integrandolo con il proprio Mi Ecosystem.
- Testa a fondo i prodotti per verificarne eventuali errori hardware o software;
- Li Immette sul mercato col proprio marchio.
Questo concetto è valido soprattutto per i prodotti domotici e per i wearable. Di fatto, Mijia è l’azienda che realizza la maggior parte dei prodotti della Smart Home di Xiaomi. Tuttavia, essa è un’azienda a cui viene commissionato un prodotto ma il progetto iniziale è di Xiaomi. In pratica, è la stessa cosa che Google ha fatto con HTC per la realizzazione dei nuovi Google Pixel.
Con questa strategia a guadagnarci sono tutti: dalla vendita dei prodotti infatti Xiaomi cede una parte del ricavato alle aziende partner direttamente coinvolte nel processo di sviluppo. Volendo buttare giù un paio di numeri, il responsabile del Mi Ecosystem Liu De ha dichiarato che quest’anno il valore dell’ecosistema di prodotti domotici di Xiaomi ha un valore di 1,5 miliardi di dollari e che nel 2017 tale cifra è destinata a raddoppiare.