La popolarità di un produttore di smartphone in un determinato mercato non la si deve analizzare solamente dal punto di vista delle vendite ma anche da quello dell’assistenza post vendita. Di fatto, Apple è leader in questa categoria con un’assistenza decisamente superiore rispetto alla media. E Xiaomi? Come se la cava Xiaomi in quanto ad assistenza post vendita dei clienti? In India decisamente male.
Nonostante rappresenti il secondo mercato più importante per l’azienda, in India sono in molti gli utenti che si lamentano di un’assistenza decisamente non all’altezza del brand. Infatti, considerando che Xiaomi è entrata a far parte dei top 5 produttori di smartphone in India, sarebbe lecito aspettarsi che tale salto di qualità l’avesse fatto anche l’assistenza ai clienti.
Volendo riportare uno dei tanti casi, degli utenti hanno dovuto aspettare circa un mese per ottenere la sostituzione di un carica batteria mal funzionante.
Il motivo principale di questi problemi sarebbero da imputare alla scelta di Xiaomi di provvedere alle riparazioni o alle sostituzioni delle componenti più importanti all’interno dei propri centri assistenza in Cina. Il processo di transizione però è stato già messo in atto. A tal proposito, vi vogliamo riportare le dichiarazioni di un portavoce dell’azienda:
Noi crediamo che questo si tradurrà in un aumento significativo della soddisfazione dei clienti. Abbiamo investito centinaia di milioni di dollari nella nostra attività in India e non siamo mai stati timidi nel riconoscere che una parte significativa è stata dedicata al post-vendita. Nel giro di due anni di attività, l’azienda ha più di 100 centri di servizio nel paese, di cui più di 70 sono centri di servizio esclusivi. Sono certo che tutti i nostri sforzi si tradurranno in una migliore assistenza post-vendita.
Insomma, Xiaomi ha voluto inizialmente (com’è giusto che sia) focalizzarsi sul vendere il maggior numero di smartphone possibile in India ma adesso necessita che la transizione sui centri assistenza sia più il più rapida possibile.
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