Nonostante Xiaomi sembri avere un’economia molto solida con un chiaro piano di espansione verso il futuro, gli azionisti non la vedono allo stesso modo. Tre importanti società cinesi quotate a Hong Kong – China Literature, Xiaomi e China Tower – hanno visto scendere i loro prezzi azionari al di sotto delle quotazioni iniziali, nell’ultimo segno di un indebolimento della domanda da parte degli investitori in Cina.
In particolare, Xiaomi ha avuto un calo del 5,5%, il che significa che il suo valore azionale totale è inferiore rispetto al primo giorno dopo la IPO (ogni azione vale 16,22 dollari HK contro gli iniziali 17 dollari HK). Si tratta di un duro colpo per Xiaomi e per tutti coloro che posseggono delle sue azioni. Ma quale potrebbe essere il motivo di tutto ciò?
A nostro avviso è altamente improbabile che la direzione presa da Xiaomi verso l’espansione globale possa portare a paura e tensione all’interno del mercato azionario, anzi. La volontà di espandere i propri mercati, consci del fatto di avere una delle migliori aziende tecnologiche al mondo, è un incentivo ad acquistare maggiori azioni e quindi a far innalzare il prezzo.
Il discorso è diverso se si volge l’attenzione dall’aspetto tecnologico all’aspetto politico. Sappiamo bene che il presidente degli USA Donal Trump è altamente contrario all’importazione di prodotti dalla Cina, tanto da aver imposto dei dazi molto salati sull’acciaio e minacciato di crearne di nuovi.
La tensione fra le due nazioni potrebbe essere alla base di un timore reverenziale che gli azionisti stanno avendo nei confronti di Xiaomi e delle altre aziende legate allo stesso settore?