Xiaomi ha avuto rapporti difficili con le autorità indiane. L’anno scorso, l’agenzia federale per la criminalità finanziaria del paese aveva congelato i beni di Xiaomi per un valore di 676 milioni di dollari, accusando la società di effettuare rimesse illegali a entità straniere camuffandole come pagamenti di royalty. Dopo alcuni mesi tranquilli, alla società cinese è stato ora emesso un avviso di causa dimostrativa per violazione FEMA di ₹ 5,551 crore.
Xiaomi India deve affrontare un’azione legale per rimesse illegali
Secondo i rapporti, Xiaomi India, i suoi funzionari (CFO Sameer Rao ed ex amministratore delegato Manu Jain) e tre banche (CITI Bank, HSBC Bank e Deutsche Bank) hanno ricevuto un avviso di causa dimostrativa dall’autorità aggiudicatrice in India ai sensi della FEMA ( legge sulla gestione dei cambi). Questo avviso è stato inviato sulla base di un reclamo presentato dall’Enforcement Directorate (ED) in merito a rimesse illegali effettuate dalla società per un importo di Rs 5551,27 crore.
“L’Autorità Competente, nominata ai sensi dell’Articolo 37A del Foreign Exchange Management Act, ha confermato detto ordine di sequestro. L’Autorità, pur confermando il sequestro, ha affermato che ED ha ragione nel ritenere che la valuta estera equivalente a Rs 5551,27 crore sia stata trasferita fuori dall’India da Xiaomi India in modo non autorizzato e sia detenuta fuori dall’India per conto dell’entità del gruppo in violazione della Sezione 4 del Foreign Exchange Management Act, 1999 e lo stesso è suscettibile di essere sequestrato in termini di disposizioni della Sezione 37A della FEMA”, si legge in una dichiarazione di ED.
L’autorità osserva che il pagamento delle royalty non è altro che uno strumento per trasferire la valuta estera fuori dall’India, il che costituisce una palese violazione delle disposizioni della FEMA.
Staremo a vedere come evolverà la situazione, certi che le operazioni in India si stanno dimostrando sempre più poco chiare e trasparenti.