Nonostante Xiaomi stia cercando di apparire più un’azienda che offre servizi che un’azienda che vende hardware, la realtà attuale è che la maggior parte degli introiti dell’azienda derivano dall’hardware. Guardando Xiaomi India nel dettaglio poi, l’80% delle entrate deriva dalla vendita di smartphone.
L’azienda, citando gli ultimi dati IDC, ha affermato che la sua quota di mercato per gli smartphone è pari al 33,5%, rendendolo il principale operatore nel segmento in India e superando i rivali coreani. “Le entrate da smartphone sono oltre l’80% per noi in India”, ha detto un portavoce a PTI.
Rendendosi conto che gli smartphone rimarranno il loro business principale in India, la società ha deciso di espandere la propria presenza offline in un modo importante.
“Puntiamo ad aumentare la nostra quota di entrate offline fino al 50% da circa il 30% di ora“, ha detto il capo della categoria e delle vendite online di Xiaomi India, Raghu Reddy, a margine del lancio di Redmi Y3 e Redmi 7.
Egli spera che l’aumento della presenza offline aiuterà anche l’azienda ad avvicinarsi ai consumatori anche nel segmento non telefonico. Con un’estesa espansione dell’impronta domotica, Xiaomi sta cercando di vendere prodotti attraverso un totale di 10.000 punti vendita entro la fine del 2019, aggiungendo un altro formato di negozio al dettaglio: il Mi Studio.
L’India dunque rappresenta il secondo principale mercato per Xiaomi dopo la Cina ma non escludiamo che, nel giro di qualche anno, le due posizioni si invertano.
Ricordiamo che le operazioni di espansione fisica in Italia stanno procedendo alla grande, con Xiaomi Italia che ha previsto l’apertura di 3 nuovi Mi Store al centro e al sud Italia durante il mese di maggio e in occasione del suo primo compleanno italiano.