La migliore strategia di vendita e di marketing non può fare nulla contro delle situazioni imprevedibili che costringono le persone a stare in casa e a ripensare su come fare economia dal mancato lavoro. L’esempio perfetto di questo concetto è l’India, dove la pandemia di coronavirus ha messo in ginocchio il paese e l’economia e in cui Xiaomi, ormai dominatore del mercato da più di un lustro, stando a Canalys ha fatto registrare un -48% nelle vendite del Q2 2020 rispetto al Q2 2019.
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Si tratta di un tonfo incredibile, soprattutto per un’economia elettronica indiana che ha veduto una crescita costante negli ultimi anni. La “fortuna” di Xiaomi è che le difficoltà causate dalla pandemia stanno affliggendo anche tutti gli altri venditori di smartphone, con Samsung che ne esce peggio di tutti con un -60% di vendite. In linea generale, il -48% di Xiaomi è lo stesso dato se si combinano le perdite di tutti i venditori di smartphone in India.
Nonostante questo tonfo di vendite, Xiaomi è riuscita a mantenere la prima posizione della classifica con vendite di 5,3 milioni di smartphone (-5 milioni rispetto allo stesso trimestre del 2019) e un market share del 30,9% (-0,4% rispetto allo stesso trimestre del 2019).
Il movimento più interessante nella classifica di vendita indiana lo si ha in quarta posizione dove OPPO, con i 2,2 milioni di smartphone venduti e un -27% rispetto all’anno scorso), ha approfittato di un periodo ancora peggio per Realme per scavalcare il sub-brand.
Infine, gli OEM tra cui Apple, OnePlus, Lenovo Motorola, Asus, Tecno, Infinix e altri hanno rappresentato solo l’8,1% del mercato totale nel secondo trimestre 2020, con 1,4 milioni di unità nelle spedizioni. Ma il colosso di Cupertino è stato il meno colpito da tutti i marchi con un calo di solo il 20% su base annua nelle sue spedizioni.