L’innovazione è l’arma più importante che un’azienda tecnologica ha per sopravvivere nel mercato super competitivo. Il Boston Consulting Group (BCG), una società di consulenza ampiamente nota, la considera un parametro per classificare le aziende sparse in tutto il mondo e ogni anno pubblica una classifica delle 50 aziende che ritiene abbiano maggiormente innovato. Il rapporto pubblicato relativamente al 2021 vede la conferma di Xiaomi, dopo che c’era entrata per la prima volta nel 2016.
Non sappiamo di preciso la metodologia utilizzata dai responsabili del Boston Consulting Group (BCG) ma è chiaro che, almeno per quanto riguarda Xiaomi, ci sono alcuni aspetti che hanno influito più di altri.
A nostro avviso, l’aspetto che ha permesso a Xiaomi di entrare nella classifica delle 50 aziende più innovative e quindi con la maggior possibilità di avere successo in futuro è il grosso investimento che sta facendo nel mondo dello sviluppo e della produzione di chip. Considerando la crisi che sta colpendo il settore, cercare di essere meno dipendente da aziende terze è decisamente un’ottima mossa. Nel caso di Xiaomi, questi investimenti hanno dato già i loro frutti sotto forma del Surge C1, ovvero il chip che si occupa dell’elaborazione delle immagini sullo smartphone top di gamma Xiaomi Mi 11 Ultra.
Un altro aspetto da non sottovalutare è anche l’investimento di oltre 10 miliardi di dollari stanziato dal consiglio di amministrazione relativamente all’entrata nel mercato delle auto elettriche. Questo investimento ha lo scopo di assicurare a Xiaomi l’entrata in un mercato differente da quello degli smartphone in cui si è quasi raggiunto la portata massima della crescita (come settore). Tra l’altro, grazie alla collaborazione con altre aziende “maggiormente del settore”, Xiaomi dovrebbe lanciare la sua prima auto elettrica entro il 2023 a un prezzo non superiore ai 26 mila euro.