A distanza di 24 ore da quando l’amministrazione Trump, sotto l’autorità l’autorità della Sezione 1237 del National Defense Authorization Act, ha firmato l’ordine che prevede l’impossibilità per Xiaomi (e altre aziende) di fare affari con gli USA o di avere investitori americani per presunti legami con l’esercito cinese, l’azienda cinese ha deciso di rispondere con una lettera indirizzata alla borsa di Hong Kong.
La società ha osservato che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha emesso un comunicato stampa il 14 gennaio 2021 (ora degli Stati Uniti), affermando che la società sarà inclusa nell’elenco pertinente in conformità con l’articolo 1237 del National Defense Authorization Act del 1999.
La società ha sempre rispettato le operazioni legali e conformi e si è attenuta alle leggi e ai regolamenti del luogo in cui opera. Servizi e prodotti sono utilizzati per scopi civili o commerciali. La società conferma di non essere una parte correlata, controllata o posseduta dall’esercito cinese, né è una società militare cinese come definita dalla legge statunitense NDAA.
Adotteremo misure adeguate per proteggere gli interessi della società e degli azionisti. La società sta esaminando le potenziali conseguenze dell’incidente al fine di comprendere appieno il suo impatto sul Gruppo. La società rilascerà ulteriori annunci a tempo debito.
Nonostante la lettera però, gli investitori di Hong Kong hanno avuto un po’ di timore alla riapertura della borsa. Il 15 gennaio, lo Xiaomi Group (01810.HK) ha aperto a 29 dollari di Hong Kong ($ 3,74), ovvero con un -11% rispetto al prezzo di chiusura del giorno di negoziazione precedente.
Dopo il comunicato stampa, il valore di ogni azione era di 29,1 dollari di Hong Kong, in calo del 10,87%. Il fatturato è stato di 22,605 miliardi di dollari di Hong Kong (2,92 miliardi di dollari) e ha raggiunto i 765 milioni di azioni. Il tasso di turnover è stato del 3,04% e il valore di mercato totale è stato di 732,95 miliardi di dollari di Hong Kong ($ 94,53). L’ADR del gruppo Xiaomi è diminuito di oltre il 14% in una sola volta ed è ora in calo del 7,54%.
Oltre al consiglio di amministrazione di Xiaomi e agli investitori, a non accettare questo trattamento da parte degli USA è stato anche il Ministro degli Esteri cinese che, attraverso un suo portavoce, ha riferito:
“Il governo cinese ha sempre incoraggiato le imprese cinesi a portare avanti la cooperazione economica estera in conformità con i principi di mercato, le regole internazionali, le leggi e i regolamenti.
Ciò a cui ci opponiamo è la politicizzazione delle questioni economiche e commerciali, l’abuso del potere nazionale, la generalizzazione del concetto di sicurezza nazionale e la soppressione non provocata delle società straniere.
Gli Stati Uniti dovrebbero rispettare seriamente i principi dell’economia di mercato e della concorrenza leale, attenersi alle regole economiche e commerciali internazionali e fornire un ambiente di lavoro aperto, equo, giusto e non discriminatorio per le aziende di vari paesi, comprese le società cinesi, per investire e operare negli Stati Uniti.”
Staremo a vedere come evolverà la situazione.