Nonostante il mercato dei wearable non è andato incontro ancora alla sua massima espansione, alcune aziende sono riuscite a realizzare dei prodotti che sono entrati già nella storia per via della loro popolarità. Come sicuramente avrete capito, ci stiamo riferendo a Xiaomi ed alle sue Mi band e Mi Band Pulse.
La principale caratteristica di questi wearable che, in un certo senso, in molti hanno considerato un difetto, è l’assenza del display. Non avendo a disposizione uno schermo, è vero che viene penalizzata l’interazione dell’utente nei suoi confronti ma, di contro, il consumo energetico è nettamente inferiore permettendo un’autonomia molto più elevata.
Del resto, Xiaomi ha studiato la Mi Band e la Mi Band Pulse non tanto per essere utilizzata per l’interazione con le notifiche, con le applicazioni ecc. Invece, il pensiero di Xiaomi è stato quello di concentrarsi maggiormente sul fitness e sulla lunga autonomia. Per questo motivo è assolutamente sbagliato considerare la Mi band come uno smartwatch ma è più giusto considerarla una smartband.
Per quantificare il successo e la popolarità ottenuta da questo wearable, vi ricordiamo che il numero di unità vendute (combinando la prima e la seconda generazione) è di 18,5 milioni | Xiaomi ha venduto oltre 18,5 milioni di Mi Band |. Ricordiamo anche che il prezzo di listino scelto dal colosso cinese è di 14 euro (al cambio), principale motivo per il grande successo ottenuto.
Prima di lasciarvi, vi vogliamo ricordare che a breve sono attesi sia la nuova generazione di Mi Band e sia il primo vero e proprio smartwatch | Presto disponibili lo smartwatch Xiaomi e il Mi Band 2 |.
Nonostante il mercato dei wearable non SIA andato