Xiaomi Mi Pay, così come la maggior parte di altri servizi di pagamento in mobilità con lo smartphone come Google Pay, Apple Pay e Samsung Pay, si basa sulla tecnologia NFC per comunicare i dati della carta (attraverso un processo di virtualizzazione il numero di conto effettivo rimane segreto) al POS. Tuttavia, l’azienda ha comunicato che Xiaomi Mi Pay è in arrivo anche sugli smartphone Mi e Redmi non dotati di sensore NFC.
Com’è possibile ciò? Per capire il funzionamento di questa innovazione, in aiuto ci viene uno dei principali sistemi di pagamento usati in Cina: WeChat. Il modo in WeChat funziona è attraverso l’uso di codici QR da far scannerizzare ai commercianti attraverso i loro smartphone.
Xiaomi Mi Pay funzionerà quindi sfruttando i codici QR (e anche i codici a barre, come potete vedere nell’immagine) come sistema di identificazione e autorizzazione della transazione.
Al momento, questa funzione è attiva solo su tre smartphone, ovvero Redmi Note 7, Redmi Note 5 e Redmi 6. Inoltre, gli utenti di questi modelli, per poter usufruire della nuova funzione, devono provvedere al download e all’installazione dell’ultima versione per sviluppatori della MIUI.
Gli utenti devono solo aprire l’app Xiaomi Mi Wallet e fare clic su “Mi Pay”; successivamente aggiungere una carta di credito o debito e completare l’autenticazione delle informazioni. Quando l’utente fa doppio clic sul pulsante di accensione, previa autenticazione tramite impronta digitale, accede alla sezione dedicata a Mi Pay, dove viene anche mostrato il codice QR per completare il pagamento.
Certo, ci sono voluti anni affinché i commercianti europei si dotassero di POS integranti un chip NFC, per cui immaginiamo che la transizione verso i QR Code non avverrà molto in fretta qui in Europa. In Asia invece è differente, dal memento che nel complesso è una tecnologia più economica da integrare.
Scandire->scansione
come
estendere->estensione:
Io scandisco (non scansiono), così come io estendo (non estensiono).
Vista la confusione terminologica tra scansionare, scannerizzare et cetera, dopo l’approfondimento che segue, emerge che l’unica forma corretta è “scandire”, mentre
“scansionare”, “scansire” e “scannerizzare” sono veri errori, anche se diffusi.
“Scandagliare”, tuttavia, che ha la stessa radice di “scandire”, può essere usato tranquillamente come sinonimo in tutti i casi nei quali si intenda fare una ricerca.
1. “scansionare”, “scansire” e “scannerizzare”
NON SONO NEOLOGISMI:
il neologismo nasce per descrivere qualche cosa di nuovo, cioè non descrivibile con le parole già disponibili, mentre nel nostro caso non c’è bisogno di neologismi poiché il verbo già esiste ed è “SCANDIRE”.
Se fosse mancato il verbo adatto, allora il neologismo corretto sarebbe stato il solo “scannerizzare”, poiché in italiano i verbi da parole straniere si ottengono aggiungendo il suffisso “-izzare” al sostantivo straniero;
In ogni caso, usare “scannerizzare” al posto di “scandire”, sarebbe come usare “walkerizzare” al posto di “camminare”.
2. di norma, dal punto di vista etimologico, i verbi danno origine ai sostantivi; non il contrario.
è per questo meccanismo che il verbo “scandire” ha dato origine al sostantivo “scansione”, così come da “estendere” deriva “estensione”.
Quando invece si decide di creare il verbo a partire dal sostantivo “scansione”, come nel caso di “scansionare” e “scansire”, è come se dal sostantivo “estensione” si inventasse il verbo “estensionare”, o “estensire”, ignorando il verbo “estendere”.
“SCANDIRE”
deriva dal verbo latino “scando” (scandi, scansum, scandere, con radice “scan”, usato in metrica per indicare la scomposizione/ricomposizione elemento per elemento della parola/verso) dal quale è nato il verbo italiano “scandire”, con identico significato metrico, fino a che, negli anni ’40 del secolo scorso fu usato per descrivere la formazione delle immagini sul tubo catodico dei televisori, inventati proprio in quegli anni.
Identico ragionamento fecero gli americani, quando presero il verbo latino “scando” per creare il loro verbo “to scan”, dal quale poi derivò il sostantivo “scanner”, che è appunto l’apparecchio che scandisce le immagini, cioè digitalizza immagini analogiche
(scanner è sia participio presente del verbo “to scan”, sia sostantivo).
“Scansionare”, “scansire” e “scannerizzare” sono quindi errori, diventati di uso comune in quanto usati in articoli e servizi in tv, che appaiono sempre come fonti autorevoli ai lettori, i quali poi si abituano ad usarli, creando un circolo vizioso che rende desueto e quindi “strano da dire” l’unico verbo corretto.
Risposte alle obiezioni più frequenti:
-è “evoluzione” della lingua:
NO. Se eesiste un dizionario e passiamo centinaia di ore a scuola a studiare italiano, l’intenzione è quella di tramandare la lingua, non di innovarla secondo gli usi della maggioranza della popolazione (che è di fatto la parte meno acculturata).
Del resto, se si ritiene che l’apprendimento della lingua debba essere “dinamico” ed “improntato all’evoluzione”, allora potremmo eliminare i dizionari e le centinaia di ore di italiano che si studiano dalle elementari alle scuole superiori, risparmiando soldi e tempo e lasciando TV e la lingua parlata come maestre, che sarebbero anche quasi gratuite.
-è “strano da dire”: NO.
ci si abitua dopo poco; anzi sembrerà strano il contrario dopo aver usato “scandire” appena un paio di volte.
-scandire ha un solo significato ed è quello metrico: NO.
Capita spesso in italiano, così come nelle altre lingue, che uno stesso vocabolo sia usato con diversi significati:
ad es. il verbo “tradurre” lo troviamo sia in “traduzione di un vocabolo da una lingua ad un’altra”, sia in “traduzione in carcere dei condannati”
Scansione:
In informatica, il procedimento elettronico che consente di trasferire sulla memoria di un computer, mediante uno scanner, un testo o un’immagine da un originale cartaceo o da una pellicola.
Scannerizzare:
Sottoporre ad analisi o lettura con scanner, scansire, scansionare.