Il mese di Maggio non sarà ricordato solo come il periodo dell’apertura del primo Mi Store in Italia o in Francia ma anche come uno dei periodi di maggiore lavoro al fine di aprire addirittura 61 nuovi negozi in appena 4 giorni (la maggior parte in Cina e in India).
Un business solo online è troppo insostenibile al momento
L’entrata di Xiaomi nel mondo dei negozi fisici è stata necessaria al fine di mantenere alte le richieste degli utenti. Nel 2011, il CEO Lei Jun annunciò che: “Penso che fino ad oggi non ci sia nessuno che sia scettico riguardo al nostro modello di business online. Nelle prime 34 ore dalla nostra commercializzazione dei nuovi prodotti, abbiamo registrato oltre 340.000 ordini. Questa è una quantità pazzesca“.
A distanza di qualche anno da quelle dichiarazioni, la compagnia fu costretta ad affrontare l’importanza delle vendite offline. Fu allora nel 2016 che le vendite di Xiaomi iniziarono a rallentare e Lei Jun ammise che era un errore da parte sua “aver trascurato le vendite offline“. L’anno scorso, Xiaomi ha aperto più di 200 Mi Store in tutta la Cina e prevede di aprirne altri mille in tre anni.
Oltre a ciò, l’apertura dei Mi Store sta proseguendo in maniera spedita anche in India, secondo principale mercato in cui opera il colosso cinese, e in Europa.
Stessa esperienza, indifferentemente da quale Xiaomi Mi Store si visiti
Un po’ negli Apple Store, gli Xiaomi Mi Store sono caratterizzati tutti dalla stessa estetica. Un cliente che entra in un Mi Store in Cina avrà la stessa esperienza di un cliente che entra in un MI Store in Europa. Se vogliamo, Xiaomi sta sfruttando la principale regola del franchising al fine di fornire una stessa esperienza a tutti i suoi clienti, indifferentemente da dove essi si trovano.