I produttori di smartphone cinesi sono spesso sotto esame per ragioni geopolitiche e l’azienda che ha subito maggiormente il peso delle critiche è Huawei. Tuttavia, altre aziende come Xiaomi non sono state lasciate intatte, poiché il colosso numero due al mondo per vendite ha recentemente dovuto combattere il tentativo del governo degli Stati Uniti di etichettarlo come una “società militare cinese comunista”. Ora l’azienda è tornata di nuovo in prima pagina, poiché il Centro nazionale lituano per la sicurezza informatica ha esortato i cittadini a non utilizzare i prodotti dell’azienda. Il motivo, afferma l’NCSC lituano, è che gli smartphone Xiaomi hanno “capacità di censura”.
Secondo il rapporto dell’NCSC, gli smartphone Xiaomi scarichino un file chiamato “MiAdBlacklistConfig”, che contiene una serie di “titoli, nomi e altre informazioni di vari gruppi religiosi e politici e movimenti sociali“. Si tratta di 449 parole e, “quando viene determinato che tale contenuto contiene parole chiave dall’elenco, il dispositivo blocca questo contenuto. Si pensa che questa funzionalità possa rappresentare potenziali minacce alla libera disponibilità delle informazioni”. L’NCSC afferma che il file è stato trovato su uno Xiaomi Mi 10T con MIUI Global 12.0.10.
“La nostra raccomandazione è di non acquistare nuovi telefoni cinesi e di sbarazzarci di quelli già acquistati il più velocemente possibile“, ha affermato il viceministro della Difesa Margiris Abukevicius.
Gli esperti dell’NCSC invece indicano che “…si ritiene che questa funzionalità consenta a un dispositivo Xiaomi di eseguire un’analisi del contenuto multimediale di destinazione che entra nel telefono per cercare parole chiave in base alla lista MiAdBlacklist ricevuta dal server. Una volta che il dispositivo determina che il contenuto contiene determinate parole chiave, il dispositivo esegue il filtraggio di questo contenuto e l’utente non può vederlo. […] È importante sottolineare che questa funzionalità è attivata da remoto dal produttore. “
Di contro, Xiaomi ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito alla questione. “Xiaomi non ha mai applicato censura e non limiterà o bloccherà mai alcun comportamento personale dei nostri utenti di smartphone, come la ricerca, le chiamate, la navigazione web o l’uso di software di comunicazione di terze parti. Xiaomi rispetta e protegge pienamente i diritti legali di tutti gli utenti“.
Il MiAdBlacklistConfig di Xiaomi non serve alla censura ma alla protezione degli utenti
Il file innanzi tutto è presente sia nelle versioni europee che in quelle cinesi degli smartphone, anche se apparentemente negli smartphone destinati al Vecchio Continente è disabilitato. Il file contiene i nomi di gruppi religiosi e politici ma contiene anche molto di più. Il rapporto rileva inoltre che ci sono 449 record identificati nel file MiAdBlacklistConfig mentre diverse analisi di altri esperti hanno ritrovato ben 2210 parole, la maggior parte dei quali non sono correlati a nessun tipo di gruppo politico o religioso.
Adam Conway di XDA ad esempio ha trovato, fra le parole presenti nel file, le seguenti:
- zte
- Infinix
- China
- xxx
- samsung
- oneplus
- download videos
- download bollywood song
- Taiwan Solidarity Union
- sony ericsson
- mi
- xiaomi mi5
- mi mobile phone
Dato che ha trovato il file MiAdBlacklistConfig nell’app Mi Video, ha estratto l’APK e l’ha esaminato per bene. Nel suo processo di analisi, ha scoperto che i ricercatori avevano forse commesso un errore piuttosto grossolano: il codice MiAdBlacklist filtra un oggetto chiamato “INativeAd”, ovvero un metodo nel kit di sviluppo software (SDK) di Xiaomi Global Ad.
Come si può vedere sopra, “INativeAd” è specifico per la visualizzazione di annunci pubblicitari e non è stato possibile trovare il file della lista nera a cui si fa riferimento da nessun’altra parte. Insomma, probabilmente si tratta di un sistema che permette agli smartphone di filtrare gli annunci pubblicitari da mostrare alle persone.
Xiaomi ha avuto grossi problemi con i contenuti degli annunci pubblicitari in passato. In effetti, la società si è impegnata nel 2019 a rimuovere le pubblicità “volgari” e impedire che vengano mostrate agli utenti. Ci sono ancora segnalazioni occasionali di pubblicità volgare e inappropriata che passano sui dispositivi Xiaomi (come quella che vedete qui sopra), ma non è affatto un problema così grande come una volta.
Considerando che molti termini della lista si riferiscono a contenuti pornografici, non si tratterebbe di censura ma probabilmente Xiaomi vuole un minimo di controllo sulle pubblicità che vengono mostrate a bordo dei propri smartphone.