All’interno del bilancio d’esercizio legato al Q2 2023 dove sono stati riportate entrate da record e crescite a doppia cifra, Xiaomi ha anche stilato un rapporto legato alla propria impronta di carbonio e agli sforzi che la vedranno arrivare alla carbon neutrality entro il 2040.
Per raggiungere tali obiettivi, Xiaomi darà priorità al miglioramento dell’efficienza energetica, all’utilizzo di energia pulita e all’innovazione attraverso la produzione intelligente. Per promuovere l’obiettivo di 1,5℃ delineato dall’Accordo di Parigi, l’azienda sta definendo ‘science based targets’ (SBT) ed estendendo attivamente le strategie climatiche alla propria supply chain, anche incoraggiando i principali fornitori a stabilire obiettivi di utilizzo di energia rinnovabile e di riduzione delle emissioni di gas serra, così da guidare la trasformazione a basse emissioni di carbonio della catena di fornitura e costruire un ecosistema sempre più verde.
Sebbene i piani di Xiaomi siano ancora abbastanza vaghi per la sua carbon neutrality al 2040, l’azienda ha assicurato che il Carbon Neutralization Action Report di Xiaomi sarà pubblicato entro la fine del 2023 per divulgare ulteriori dettagli sulle strategie climatiche aziendali e sui prossimi step da raggiungere per ottenere la neutralità delle emissioni di carbonio.
Carbon neutrality non vuol dire emissioni zero
È bene precisare che, in ogni caso, il fatto che le operazioni di Xiaomi raggiungeranno la carbon neutrality nelle emissioni non vorrà dire che non verrà creata alcuna emissione: il principio del “net zero” prevede la sottrazione di un certo quantitativo di emissioni attraverso l’acquisto di crediti speciali messi in commercio per specifici progetti. In altre parole, le emissioni derivanti dalla produzione e dal trasporto degli smartphone rimarranno (immaginiamo verranno ridotte il più possibile) ma, su un altro fronte (e sicuramente su una zona del mondo differente), Xiaomi si imegnerà in progetti atti ad eliminare la CO2 dall’atmosfera.