Il presidente e fondatore di Xiaomi, Lei Jun, ha affermato che l’intelligenza artificiale e i Large Language Model (LLM) sono due dei percorsi di fondo in cui il gruppo ha deciso di continuare a investire a lungo termine. Ha iniziato a organizzare il proprio team di intelligenza artificiale in una fase molto precoce, con oltre 3.000 membri nei team pertinenti. Ha sottolineato che la mentalità di Xiaomi nello sviluppo di large language model (LLM) potrebbe non essere esattamente la stessa di molte aziende, che scelgono di concentrarsi su modelli immensi da eseguire necessariamente sul cloud.
Ha spiegato che Xiaomi ha una vasta gamma di dispositivi ed è l’azienda con la piattaforma Internet of Things (IoT) leader a livello mondiale, con molti dispositivi diversi e scenari di utilizzo diversi, il che rende difficile prendersene cura tutti in un unico modello di base. Pertanto, una combinazione hardware-software con una connessione a livello di ecosistema è la soluzione migliore per integrare la tecnologia IA in locale.
Sfruttare l’immensa piattaforma IOT per far fiorire i propri LLM
L’amministratore delegato del colosso cinese ha rivelato poi che l’attuale progresso in ricerca e sviluppo del modello LLM di base autosviluppato è molto fluido, essendosi recentemente classificato al primo posto negli elenchi di valutazione dei modelli in lingua cinese C-EVAL e CMMLU.
Il modello LLM di base è stato addestrato su 1,3 miliardi di parametri ed è già stato in grado di funzionare sugli smartphone, con risultati che potrebbero essere paragonati a modelli computati nel cloud di classe 6 miliardi di parametri in scene selezionate.
Inoltre, Xiao AI, l’assistente vocale basato su intelligenza artificiale di Xiaomi con oltre 110 milioni di utenti attivi mensili, è stato ora integrato con funzionalità supportate da LLM come il dialogo prolungato e la risposta intelligente alle domande.