La ricarica rapida rappresenta ormai un cavallo di battaglia di Xiaomi e diversi altri produttori di smartphone che, di anno in anno, alzano l’asticella portando a wattaggi sempre più alti (si è arrivati addirittura a 200W). Ma non avete la sensazione che si tratta di un po’ di fumo negli occhi per mascherare il fatto che non si sono fatti progressi sul fronte dell’autonomia?
Per assicurare che una batteria abbia un’autonomia superiore, si può agire in due diverse maniere: migliorare la chimica che compone l’anodo, il catodo e l’elettrolita che caratterizza le batterie oppure aumentarne fisicamente le dimensioni. La seconda opzione è stata un po’ adottata nel corso degli ultimi anni sfruttando il fatto che le dimensioni degli smartphone sono cresciute con costanza ma, nonostante i miliardi e miliardi di dollari che si stanno investendo nella R&D per le batterie del futuro (in vista soprattutto dell’elettrificazione delle auto), poco è stato visto in ambito smartphone o, almeno, pochi sono stati i miglioramenti rispetto al consumo energetico sempre più alto dei chip moderni. Tanto che l’autonomia degli smartphone continua a non superare il giorno di utilizzo (in media).
Ed ecco allora che Xiaomi e le altre aziende mettono un’enfasi superiore quando pubblicizzano uno smartphone nel sistema di ricarica rapida e nel wattaggio supportato invece che sull’autonoma vera e propria.
Volendo dare un po’ di credito a Xiaomi e al suo reparto di R&D però, l’azienda ha annunciato negli scorsi mesi una nuova soluzione chimica che dovrebbe garantire una densità superiore nelle batterie utilizzate nei suoi smartphone. Purtroppo, oltre a non essere avvenuto in pompa magna, l’annuncio non ha fornito dettagli esatti su quali smartphone useranno questa nuova tecnologia e quando sarà disponibile effettivamente sul mercato. Speculazioni puntano il dito verso lo Xiaomi MIX 5 come possibile apri fila.
Voi che cosa ne pensate?