Seppur Xiaomi abbia sviluppato i propri router con un firmware proprietario e closed source, uno sviluppatore ha indicato che in futuro il piano è di renderlo open source e quindi accessibile a tutti.
L’evoluzione del progresso tecnologico degli 70′, 80′ e 90′ è stato in gran parte alimentato dal brevetto e dalla proprietà intellettuale. Tuttavia, con il lancio del kernel Linux, la community ha incominciato a vedere nell’open source un valore non da poco per i propri servizi. Non è un caso che Android, il principale sistema operativo utilizzato al mondo, è open source. Xiaomi lo utilizza nei suoi smartphone e, a causa della personalizzazione MIUI che vi applica, è costretta a pubblicare in rete i codici sorgenti del kernel che ha modificato.
L’utilizzo di un sistema operativo open source sugli smartphone non è una scelta ma una necessità ma la stesse cosa non avviene negli altri prodotti hi-tech. I router di Xiaomi ad esempio utilizzano un firmware closed source che nessuno, tranne gli sviluppatori di Xiaomi, possono controllare e modificare. Considerato che si tratta di un elemento del network estremamente importante visto che smista tutto il traffico di rete, più trasparenza c’è e meglio è. A questo proposito, Xiaomi ha deciso di aprire a tutti il firmwsre dei propri router rendendolo open source.
In realtà ancora non è una notizia ufficiale ma è un qualcosa che è stato confermato da uno sviluppatore Xiaomi su Weibo. Resta il fatto che aprire il firmware a tutti gli sviluppatori rendendolo open source non solo permetterà di migliorare i router stessi con la possibilità che arrivino firmware personalizzati (un po’ come le Custom ROM) ma consentirà una maggiore trasparenza sul funzionamento e quindi una maggiore fiducia nei dispositivi di networking Xiaomi.