Il processo di sviluppo di una società di grande successo sembra avere sempre un traguardo fisso: la quotazione in borsa. Se ben ricordate, un pò di tempo fa è avvenuto sia per Twitter che per Alibaba (lo store cinese ha battuto il record venendo valutata 25 miliardi di dollari). Sembra che anche per Xiaomi stia per giungere questo momento.
Per chi non lo sapesse, la quotazione in borsa iniziale, o IPO, è (Wikipedia):
Un’offerta pubblica iniziale o IPO (dall’inglese initial public offering) è un’offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato. Le offerte pubbliche iniziali sono promosse generalmente da un’impresa il cui capitale è posseduto da uno o più imprenditori, o da un ristretto gruppo di azionisti (ad esempio investitori istituzionali o venture capitalists), che decide di aprirsi ad un pubblico di investitori più ampio contestualmente alla quotazione in Borsa
Secondo recenti analisi, Xiaomi potrebbe essere valutata 46 miliardi, andando ad infrangere il record di Alibaba e posizionandosi, insieme a Facebook, fra le società in via di sviluppo più importanti del mondo. La quotazione in borsa porterebbe diverse migliorie alla società, fra cui benefici finanziari (potrebbe essere ridotto l’indebitamento e di conseguenza il costo del capitale di debito), benefici operativi (la quotazione può costituire l’occasione per favorire l’ingresso di nuovi soci privati nell’impresa), benefici organizzativi e benefici fiscali.
Prima di lasciarvi, vi ricordiamo che nell’Aprile 2010, il CEO Lei Jun, annunciò che Xiaomi non sarebbe stata quotata in borsa per almeno 5 anni. Dal 2010 ad oggi sono passati esattamente 5 anni: coincidenze?