Il mercato degli wearable, così come quello degli smartphone e di qualsiasi altro settore dell’elettronica di consumo, è stato duramente colpito dalla pandemia di COVID-19 durante tutto il 2020, con vendite al ribasso per tutte le aziende. Il 2021 tuttavia si è aperto con delle ottime prospettive, anche se Xiaomi non è riuscita a risanare per bene il proprio mercato wearable.
International Data Corporation (IDC) ha analizzato l’equilibrio del potere nel mercato globale degli wearable nel Q1 2021, tenendo conto delle spedizioni di smartwatch, fitness tracker e auricolari TWS.
Secondo le stime, tra gennaio e marzo le spedizioni di dispositivi indossabili sono state 104,6 milioni di unità. Si tratta di un +34,4% rispetto al primo trimestre dello scorso anno, quando le vendite erano state di 77,8 milioni di unità. Gli analisti osservano che per la prima volta nella storia, le spedizioni di gadget indossabili nel primo trimestre dell’anno hanno superato i 100 milioni di unità. Insomma, un rimbalzo incredibile del mercato.
Nel caso di Xiaomi, i suoi dati sono non troppo positivi e decisamente inferiori in crescita rispetto alla maggior parte della concorrenza. In particolare, le spedizioni di Xiaomi sono state di 10,2 milioni di unità, con circa 100 mila unità in meno rispetto al Q1 2020. Anche il market share è diminuito, passando dal 13,3% al 10,2%. La mancata crescita è costata a Xiaomi la seconda posizione ai danni di Samsung.
Il più grande attore sul mercato è Apple con una quota di circa il 28,8%. Per fare un confronto: un anno prima, il colosso di Cupertino deteneva il 32,3% dell’industria globale. Samsung è al secondo posto con un ritardo significativo, controllando l’11,3% del mercato globale.
Insomma, Xiaomi ha fatto del mercato wearable uno dei suoi punti forti nel corso degli anni ma adesso sembra che stia arrancando un po’, sia nei confronti dei suoi stessi risultati degli scorsi che rispetto alla concorrenza delle altre aziende.