Xiaomi vorrebbe impedire che gli APK vengano estratti dai dispositivi Android, ma per fortuna Google non è d’accordo con l’idea.
Nel corso degli anni, la facilità di estrazione e condivisione dei file APK (utilizzati per installare le app) ha rappresentato un vantaggio significativo per l’ecosistema Android. Ad esempio, se un recente aggiornamento di un’app causa gravi problemi, si può visitare un sito Web crowdsourcing come APKMirror per scaricare una versione precedente fino a quando il problema non viene risolto. Oppure, se si ha solo una quantità limitata di dati, si può chiedere a un amico di inviare in locale il file APK di un gioco o un aggiornamento dell’app da installare.
Detto questo, non tutte le aziende sembrano pensare allo stesso modo delle persone che esaminano il codice e i file della loro app. Come condiviso da Mishaal Rahman su Twitter, uno sviluppatore Xiaomi ha presentato una proposta all’Android Open Source Project che impedirebbe completamente ai proprietari di dispositivi Android di estrarre i file APK dal proprio telefono.
https://twitter.com/MishaalRahman/status/1527702937723621376
Il motivo citato è il desiderio di proteggere le “risorse private”. Non consentire alla shell di ottenere dati APK potrebbe includere alcune risorse private, quindi non dovremmo consentire ad altri di estrarlo. Invece, lo sviluppatore Xiaomi suggerisce che le app dovrebbero essere disponibili solo dal Google Play Store o da un altro app store affidabile.
Per fortuna, Google sembra essere direttamente contrario alla proposta, anche se non sempre per i motivi che ci si potrebbe aspettare. Un responsabile Google si è preso del tempo per sottolineare il difetto nella proposta Xiaomi, la quale bloccherebbe solo l’estrazione dei file APK su una normale build (“utente”) di Android. In quella situazione, afferma il Googler, gli appassionati installerebbero semplicemente una build di debug di Android e continuerebbero a estrarre gli APK normalmente.
Secondo questa logica, si oppongono al metodo di protezione di Xiaomi in quanto in realtà non proteggerebbe nulla. Facendo un ulteriore passo avanti, più googler si sono espressi contro l’idea che il contenuto di un file APK possa mai essere considerato segreto.
C’è da dire tra l’altro che, anche se Google e Xiaomi trovassero un modo per porre fine alla pratica, le attuali sirene dell’Antitrust non farebbero che puntare ulteriormente il dito contro Google e il suo agire da monopolista.