Alcuni rivenditori cinesi aumentano il prezzo dello Xiaomi Mi Band 2

Da Redazione

La nuova generazione del noto fitness tracker di Xiaomi presentata alcuni giorni fa, ha già attirato su di sé l’attenzione di molti utenti grazie (finalmente) alla presenza di un display OLED da 0,42″ pollici tramite cui visualizzare i vari dati raccolti dal wearable (anche l’orario) e, soprattutto, per il suo prezzo molto contenuto | Xiaomi Mi Band 2 ufficiale |.

Tuttavia, parlando proprio di quest’ultimo punto, si sa che i prezzi imposti da Xiaomi sono validi solo i mercati in cui essa è presente ufficialmente, pertanto nel caso in cui un’utente non appartenente a tali specifici mercati fosse interessato ad acquistare un suo dispositivo, deve necessariamente passare per dei rivenditori di terze parti. Tale operazione crea inevitabilmente una maggiorazione del prezzo di vendita finale che, in base a vari criteri, può aumentare anche di molto rispetto al prezzo di listino di partenza. Però, se questo aumento di prezzo risulta una naturale conseguenza di vari fattori (quindi, giustificabile) per coloro che sono “costretti” ad acquistare in via non ufficiale i prodotti Xiaomi, lo stesso non si può dire per coloro che risiedono nei mercati ufficialmente supportati dalla società stessa.

Infatti, come riportato su vari siti on-line di rivenditori (anche rinomati) appartenenti al mercato asiatico, lo Xiaomi Mi Band 2 viene proposto a un prezzo paragonabile a quello del nostro paese (sulla trentina di euro) piuttosto che a un più consono piccolo aumento dovuto ai vari servizi del rivenditore. Questo, a detta dei rivenditori, sembra essere dovuto nuovamente a dei problemi con la produzione dello stesso (risolvibili in breve tempo) che, a causa della sua grande richiesta da parte degli utenti, lo hanno reso un dispositivo molto desiderabile. Tuttavia, secondo il nostro punto di vista, tale mossa di mercato “scorretta” non può essere giustificata da tali motivazioni e pertanto dovrebbe essere in qualche modo richiamata da parte di Xiaomi stessa.

Si spera che questa situazione non vada ad incidere anche sugli utenti al di fuori dei confini asiatici e che si giunga al più presto a una soluzione per questa situazione alquanto sgradevole.

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