La fascia degli smartphone top di gamma è ormai da diversi anni sinonima con la resistenza all’acqua e alla polvere secondo il grado IP68: dai modelli Samsung a quelli Apple, passando per LG e Huawei, tutti offrono impermeabilità e resistenza alla polvere. Xiaomi e Redmi non fanno parte purtroppo del club.
Nello specifico, Redmi ha fatto qualche passo in avanti in tal senso con il Redmi K30 Pro. Il suo livello di impermeabilità è IP53, il che lo rende in grado di resistere a schizzi e goccioline, oltre che a granelli di sabbia. Tuttavia, la certificazione IP53 non è adatta ad attività subacquee come il nuoto e lo snorkeling.
Ieri sera Lu Weibing, vicepresidente del gruppo Xiaomi e direttore generale di Redmi, ha dichiarato su Weibo: “Redmi K30 Pro supporta IP53, che è sufficiente per resistere agli schizzi; penso che IP68 non sia necessario”.
Tuttavia, sembra che il suo punto di vista non sia così popolare tra i fan. Il feedback sul post mostra che un buon gruppo di utenti vuole che i nuovi smartphone di Redmi vengano certificati IP68. Dopo aver ricevuto feedback da tali utenti, Lu Weibing si è un po’ ricreduto ammettendo: “Poiché a tutti piace il grado IP68, lo considereremo anche per i prodotti futuri“.
Certo, smentirsi a distanza di poche ore suona molto come una promessa elettorale ma è chiaro che se Redmi vuole competere nello spazio occupato attualmente dagli iPhone e dai Galaxy S di Samsung, deve fare lo step successivo e migliorare la resistenza dei propri smartphone.
Tra l’altro, anche OnePlus si trova nella stessa situazione, con la dirigenza che non ha mai voluto ottenere una certificazione ufficiale per i propri smartphone ma che, alla lunga, sta volendo ascoltare ciò che i suoi clienti hanno suggerito da anni.
Voi che ne pensate? Credete che Redmi debba puntare alla certificazione IP68 oppure credete che dovrebbe impiegare i fondi per migliorare qualche altro reparto dei suoi smartphone?