E se gli smartphone avessero lo stesso ciclo di vita delle console?

Da Lorenzo Spada

Oggi vogliamo uscire un attimo dal mondo Xiaomi per proporvi una riflessione sul mondo degli smartphone in generale e su come si potrebbe allungarne la vita se venissero trattati maggiormente come delle console.

Sin dal lancio del primo iPhone avvenuto nel 2007, siamo abituati a veder rilasciare una nuova generazione di smartphone ogni anno. Di contro però, le console da gaming hanno un ciclo di vita molto più lungo (tipicamente intorno ai 7 anni), il che permette di sfruttare l’hardware al meglio attraverso numerosi aggiornamenti software. Ma perché ciò non avviene per gli smartphone?

La risposta più semplice alla domanda è chiaramente legata al mercato e alle vendite: se la console più popolare di sempre ha venduto 155 milioni di unità (PS2), tale numero viene raggiunto dai principali produttori di smartphone in 2 o 3 anni. Insomma, è più conveniente lanciare qualcosa di nuovo ogni anno, certi che il consumatore è attratto dalla novità, rispetto al lanciare un solo modello e farlo durare per diversi anni.

La seconda risposta che ci viene in mente è l’innovazione tecnologica. Spesse volte le console hanno un hardware più potente di quello che i giochi del momento possono sfruttare, con il vero potenziale che lo si vede solo dopo 1, 2 o 3 anni dal lancio iniziale.

Negli smartphone invece si cerca di innovare, sia sul fronte hardware che su quello software, in maniera lineare con le generazioni (almeno nella fascia alta). Ne è un caso lampante il comparto fotografico che, grazie a SoC di nuova generazione e a chip specializzati nell’elaborazione di immagini multiple al secondo, permette di avere risultati estremamente soddisfacenti andando anche oltre il limite fisico delle dimensioni ridotte dei sensori.

Cosa ci vorrebbe per allungare la vita di uno smartphone e portarla in pari con quella di una console?

Ammesso e non concesso che il numero di aggiornamenti che i produttori rilasciano per i loro smartphone non sono per niente paragonabili a quelli che sarebbero possibili (la community del modding che mantiene aggiornati smartphone molto vecchi ne è un esempio), allungare la vita di uno smartphone è possibile già ora. Tuttavia, alcune decisioni “architettoniche” dei produttori lo rendono più difficile.

Appurato che sul lato software rilasciare aggiornamenti per smartphone vecchi 4, 5 o anche di più è possibile se ci si impegna (invece dio quella che sembra essere una vera e propria obsolescenza programmata), il primo componente hardware che soffre il peso degli anni è senza dubbio la batteria. Il primo passo per rendere più longevo uno smartphone sarebbe quello di semplificare la sostituzione della batteria, cosa che un tempo era permessa da quasi tutti i produttori (Apple non ha mai realizzato un iPhone con batteria removibile) ma che ora è rara come il Sacro Graal.

Il secondo passo per allungare la vita di uno smartphone potrebbe essere legato alla riparazione in caso di danni: la garanzia legale su un qualcosa venduto in Italia è di 2 anni ma, nel caso specifico degli smartphone si decidesse di aprire la scocca e provare a sostituire un componente difettoso (o anche la batteria visto che il vano non è più accessibile facilmente), essa verrebbe a decadere.

Un’interpretazione più ampia del diritto alla riparazione potrebbe dunque essere necessario per far si che uno smartphone abbia una vita più lunga di quanto ha attualmente.

Meno smartphone, meno inquinamento elettronico

Per via di come sono realizzati, riciclare gli smartphone è un’operazione costosa e che richiede tanta energia. Non è raro dunque vedere che gli smartphone finiscono nelle discariche o, peggio ancora, negli inceneritori, dove contribuiscono ulteriormente ad inquinare il pianeta (si stima che ogni anno produciamo circa 600mila tonnellate di rifiuti elettronici) e, in maniera ancora più diretta, coloro che vivono vicino a questi impianti.

Forse non tutti sanno infatti che negli smartphone sono presenti dei materiali particolarmente tossici (specialmente nelle batterie) che, se smaltiti malamente, possono causare molti danni.

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