Xiaomi chiede aiuto a FAW l’assemblaggio delle proprie auto elettriche

Da Lorenzo Spada

L’ingresso di Xiaomi nel mondo delle auto elettriche è ormai ufficiale ma, ad oggi, non solo non sono stati pubblicati progetti sulla prima auto elettrica dell’azienda ma Lei Jun, sia CEO dell’azienda che responsabile della nuova divisione Automotive, non è riuscito ancora a trovare un’azienda partner che abbia esperienza nell’assemblaggio delle auto.

L’idea iniziale di Xiaomi era quella di assemblare da se le auto elettriche ma tra il dire e il fare ci sta di mezzo un’industria che non si può inventare dall’oggi al domani. Le case automobilistiche più importanti del mondo hanno molti decenni di esperienza mentre Xiaomi ha appena iniziato il suo cammino.

Senza un partner specializzato nella creazione di un’auto, sarà molto più difficile e molto più dispendioso immetterne sul mercato. Pertanto, non sorprende che Xiaomi stia cercando qualcuno che si occupi della produzione di un’auto elettrica. Di recente, il capo dell’azienda, Lei Jun, ha visitato l’ufficio della casa automobilistica cinese FAW Group.

FAW Group ha i propri centri di ricerca e impianti di assemblaggio ed è impegnata nella creazione di auto di varie classi e nella produzione di migliaia di auto ogni giorno. La cooperazione di Xiaomi con FAW Group potrebbe avvantaggiare entrambe le società, a condizione che le parti concordino sulla cooperazione.

È interessante notare che Lei Jun aveva precedentemente visitato un’altra casa automobilistica, Great Wall Motor. Sembra che ora l’azienda stia solo cercando potenziali partner che possano aiutarla a creare un’auto elettrica.

La prima auto elettrica di Xiaomi arriverà nel 2024

Immagine di esempio

Sappiamo che Xiaomi rilascerà la prima auto nel 2024 e prevede di venderne almeno 900mila entro 3 anni. Secondo Lei Jun, la divisione Automotive è già entrata in una “fase di sviluppo significativo” grazie ai 300 impiegati già a bordo. Inoltre, la sussidiaria ha un capitale sociale di $1,55 miliardi da poter investire, con la promessa di ricevere fino a 10 miliardi di dollari nel corso dei prossimi 10 anni.

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