Il modello di vendita adottato nei primi anni da Xiaomi prevedeva l’apertura solamente di pochissimi store fisici ed il rafforzamento del proprio store online. Tuttavia, man mano che passava il tempo Xiaomi si è accorta che le persone si trovano ancora molto più a loro agio ad acquistare smartphone nei negozi fisici. Per questa ragione, ha invertito un po’ la sua politica ed arrivando a vendere fino al 30% del totale degli smartphone attraverso gli store fisici.
A tal proposito, l’intenzione del colosso cinese e del capo divisione indiano Manu Jain è la medesima anche per sub-continente asiatico. Nel recente passato vi abbiamo mostrato come Xiaomi sia riuscita per la prima volta ad entrare nella top 5 dei produttori in India, riuscendo a vendere 2 milioni di smartphone nel periodo Giugno – Settembre ed aumentando quindi il suo bilancio del 150% rispetto all’anno scorso.
Di questi 2 milioni, il 90% ancora deriva dal negozio online di Xiaomi o dai negozi parter a cui si è affidata. Tuttavia, lo stesso problema che si è presentato in passato in Cina si sta presentando adesso in India. Ciò significa che un cambio di rotta è obbligatorio e portare quel 10% al 30% previsto è una delle massime priorità.
Xiaomi ha già iniziato ad espandere la rete di negozi fisici dove vengono venduti i propri smartphone (da 1500 in Gennaio ad oltre 8500 adesso) ma non è ancora abbastanza. Il sistema impiegato da Xiaomi viene definito DTR (direct-to-retailer), ovvero dal produttore al rivenditore. Di fatto, eliminando gli intermediari, è possibile ridurre i costi derivanti dai negozi fisici e quindi farli avvicinare maggiormente a quelli derivanti dai negozi online.