Manu Kumar Jair è la persona che ha permesso a Xiaomi India di diventare la più importante divisione dell’azienda, a tratti superiori persino di quella cinese. Il grande successo sta adesso venendo coronato da nuovi piani di sviluppi futuri, come ad esempio la produzione in loco degli smartphone da esportare in tutto il mondo. Ma ci sono anche dei problemi a livello mondale che stanno frenando un po’ le attività, come ad esempio l’epidemia di Coronavirus.
Intervistato da ET Telecom, Manu Kumar Jair ha espresso la propria opinione su diversi temi e ci ha permesso di scoprire un di po’ sui piani futuri dell’azienda.
Innanzi tutto il dirigente ha espresso tutto il proprio orgoglio per i risultati finanziari di Xiaomi India nel Q4 2019:
“Per il quarto trimestre e per l’intero anno 2019, abbiamo avuto una quota di mercato del 29% circa. Abbiamo avuto un mercato superiore del 53% rispetto a Vivo e del 93% rispetto a Samsung. E, per la prima volta, siamo diventati il più grande marchio di telefoni, che include sia feature phone che smartphone.“
Egli ha poi sottolineato come il Coronavirus rappresenti si un problema ma che l’azienda è pronta ad adattarsi in base a come muterà la situazione:
“Questa è una situazione molto seria. Non solo in Cina. Più che gli affari, la sicurezza dei membri del nostro team e dei nostri partner e di tutti gli altri in Cina è probabilmente mille volte più importante. Dal punto di vista aziendale, stiamo valutando la situazione. Una volta aperto questo blocco, lo sapremo. Non abbiamo ancora alcun impatto perché eravamo preparati (con inventario) per il capodanno cinese. Abbiamo una catena di approvvigionamento diversificata… un gran numero di nostri componenti sono di provenienza locale e alcuni provengono dal sud-est asiatico, da Taiwan, dall’Europa, dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Cina.“
Infine Manu Kumar Jair ha parlato della possibilità che l’India rappresenti non solo un mercato di destinazione ma anche una vera e propria fabbrica dove produrre gli smartphone da esportare in tutto il mondo.
“Abbiamo già iniziato a esportare dall’India verso i paesi vicini come il Nepal e il Bangladesh. Se tutto va bene, possiamo pensare di esportare in altre parti del mondo. Ma è puramente una funzione di due cose. Uno è la standardizzazione, il secondo è incentivi. Quindi, dovremo fare un’attenta analisi di quanti benefici otteniamo rispetto all’esportazione da altri paesi. La seconda è la standardizzazione. L’India ha molti requisiti particolari che il resto del mondo non ha.”