Xiaomi Mi Box ed il primo teardown

Da Lorenzo Spada

La cosa più sorprendente di Xiaomi Mi Box Mini, dopo il prezzo di vendita, la si può scovare solamente guardando all’interno della scocca. Ed è quello che è stato fatto negli scorsi giorni dalla redazione di android.tgbus che, approfittando di riceverne uno del primo lotto, lo ha aperto e lo ha disassemblato.

La sorpresa di cui vi parlavamo prima sta nel fatto che la scheda madre di Xiaomi Mi Box ha le componenti poste in spazi precisi e ben distaccate l’uno dall’altro. Dunque troviamo il SoC in una determinata posizione e, completamente separati, i quattro banchi di memoria RAM (4 x 256 MB), così come tutte le altre componenti.

Vi assicuriamo che non è semplice da fare su una scheda che misura solamente 48,6 millimetri per lato. Da questo punto di vista, gli ingegneri di Xiaomi si sono veramente superati.

Passando ad analizzare l’alimentatore, scopriamo un’altra buona notizia. Essendo lo Xiaomi Mi Box Mini alimentato da un alimentatore di appena 0,3 A e con un voltaggio di 100-240 V, è perfettamente compatibile con le nostre reti elettriche. Basterà semplicemente acquistare un adattatore da cinese ad italiano.

Come detto nell’articolo di presentazione, l’unico difetto che, se visto da un altro punto di vista, è un pregio, è praticamente l’assoluta assenza di porte di espansione. L’unico plug presente è quello HDMI, utile per il collegamento alla TV.

Non troviamo dunque nessuna USB o micro USB, segno che ci potremo godere solamente i contenuti presenti sulla nostra rete locale o su internet, sfruttando la connettività WiFi.

Ribadiamo i nostri complimenti a Xiaomi per la qualità costruttiva e la qualità organizzativa all’interno.

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