Xiaomi Mi Note 10 Pro non ha un audio buono tanto quanto il comparto fotografico

Da Lorenzo Spada

Nonostante sia principalmente conosciuta come un’agenzia che si occupa della valutazione fotografica e videografica di reflex, obiettivi e smartphone, negli scorsi mesi DxOMark ha iniziato a testare gli smartphone anche sul fronte della qualità audio. Dopo aver fatto sfracelli in ambito fotografico finendo dritto in cima alla classifica, lo Xiaomi Mi Note 10 Pro (nella sua versione CC9 Pro Premium Edition) è stato testato per il suo audio.

Purtroppo il risultato non è stato tanto soddisfacente quanto quello fotografico. Con un punteggio audio complessivo di 54, Xiaomi Mi Note 10 Pro è uno dei modelli con il punteggio più basso che DxOMark abbia testato finora. A volte solido, ma spesso deludente, non è stato in grado di offrire prestazioni costanti.

Nei test di riproduzione, il punteggio negativo è inevitabilmente collegato al suo design a singolo altoparlante, compromesso principalmente dalla ristrettezza e dallo squilibrio del campo sonoro, da una significativa mancanza di bassi e da una notevole quantità di distorsione a volume massimo. A volumi più bassi, tuttavia, la qualità sale fino a un livello discreto. L’altoparlante singolo offre un buon senso di distanza e localizzazione e offre un attacco nitido, grazie a una gamma media chiara e una riproduzione precisa degli acuti.

Nei test di registrazione, i punteggi secondari per Timbre e Artefatti sono molto alti (quest’ultimo è il secondo migliore fino ad oggi), ma la mancanza di bassi, registrazione stereo invertita nei video selfie e l’eccessiva compressione in ambienti rumorosi hanno un effetto estremamente negativo sul punteggio globale.

In conclusione, mentre lo Xiaomi Mi Note 10 Pro è un formidabile concorrente nel campo fotografico, il suo punteggio Audio complessivo di 54 lo invia direttamente sul retro della classifica. Il suo difetto più notevole è ovviamente il singolo altoparlante posizionato nella parte inferiore sinistra del dispositivo, che non solo crea un’esperienza innaturale durante la riproduzione di musica e film, ma può anche essere problematico quando si gioca (con le dita si tende a coprirlo).

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