Lo Xiaomi MIX 4 è il primo smartphone dell’azienda a poter contare sulla nuova tecnologia UWB (oltre a essere il primo che ha abbandonato il marchio Mi). La banda ultralarga (UWB) è diversa dalle altre tecnologie wireless: la sua gamma di frequenze operative è più ampia, tra 6 GHz e 8,5 GHz e il segnale viene trasmesso attraverso un impulso ultracorto di soli 2 nanosecondi.
I vantaggi di avere la tecnologia UWB sono svariati e, per la maggior parte, non sono stati ancora sfruttati appieno (si tratta infondo di un qualcosa di ancora nuovo). Il primo è l’alto grado di riconoscimento, poiché gli impulsi UWB non sono influenzati quasi per nulla da altri segnali wireless. Ciò consente a UWB di utilizzare una potenza di trasmissione inferiore rispetto ai segnali Wi-Fi, solitamente 30 dBm. Il segnale può anche nascondersi nel “rumore di fondo” causando così quasi nessuna interferenza.
In secondo luogo, grazie all’impulso estremamente breve, Xiaomi MIX 4 può determinare rapidamente la distanza e la posizione dei dispositivi AIoT che utilizzano anch’essi un chipo UWB. Stando ai dati forniti dall’azienda, lo smartphone è in grado di stimare la posizione e la distanza di un oggetto entro un raggio di 10 m e con un margine di errore di soli 20 cm. Pertanto, può filtrare efficacemente i dispositivi circostanti, ad esempio attivando solo il dispositivo AIoT più vicino all’utente (in caso di una smart home piena di sensori o smart speaker).
Come detto, attraverso le tre antenne riceventi presenti sullo Xiaomi MIX 4, i dispositivi AIoT possono essere rintracciati in 3D. Con questo, le coordinate polari (angolo longitudinale, angolo di latitudine e distanza) possono essere usate dalle app per creare una mappa 3D con la posizione dei vari oggetti rilevati.
Xiaomi non è certo la prima azienda a sfruttare la UWB. Apple è stata la prima azienda a portare un chip UWB a livello consumer integrandolo in maniera (quasi) perfetta con gli AirTags.