Xiaomi non vuole farsi trovare impreparata: sviluppo condiviso con Huawei, OPPO e vivo di un’App Store alternativo al Play Store

Da Lorenzo Spada

Il ban di Huawei nel fare affari con le aziende USA e quindi l’impossibilità di sfruttare i Play Services e il Play Store sui suoi smartphone Android ha acceso una lampadina di pericolo in altre aziende cinesi, fra cui anche Xiaomi. Ed ecco allora che, dopo aver collaborato per lo sviluppo di un nuovo protocollo di condivisione file, insieme a OPPO e vivo ( e apparentemente anche la stessa Huawei) si sta sviluppando una nuova piattaforma di sviluppo di app chiamata “Global Developer Service Alliance“.

La notizia arriva dalla redazione di Reuters, la quale afferma che le quattro società non stanno lavorando insieme per creare un unico app store – tutt’altro, stanno collaborando per “creare una piattaforma per gli sviluppatori fuori dalla Cina per caricare app su tutti i loro app store contemporaneamente“.

Ciò però non permetterebbe a Xiaomi, OPPO, Huawei e vivo di avere un’alternativa forte al Play Store e, fra l’altro, potrebbe anche essere uno spreco di risorse. In fondo, se ogni app store ha le stesse app e gli stessi giochi, perché non accorparli e farne uno solo, condividendo le spese di sviluppo?

Ad ogni modo, la nuova piattaforma dovrebbe esordire a marzo di quest’anno ma a causa dell’epidemia di coronavirus, il lancio potrebbe venir rimandato. Dalle informazioni presenti sul sito ufficiale, la piattaforma coprirà inizialmente nove “regioni” tra cui India, Indonesia e Russia.

Dando la parola ad alcuni analisti, Nicole Peng di Canalys ha dichiarato: “Formando questa alleanza, ogni azienda cercherà di sfruttare i vantaggi degli altri in diverse regioni, con la solida base di utenti Xiaomi in India, Vivo e Oppo nel sud-est asiatico e Huawei in Europa“.

I dati IDC mostrano che nel quarto trimestre del 2019, queste quattro società rappresentavano il 40,1% delle spedizioni globali di smartphone.

L’analista di IDC, Will Wong, pensa che a causa delle scarse vendite di hardware, i produttori in questione stanno cercando di acquisire una quota maggiore di ricavi derivanti da software e servizi. “App store, acquisti in-app, pubblicità e giochi sono aree che potrebbero generare nuove entrate“, ha affermato.

Stranamente nessuna delle quattro aziende coinvolte nella “Global Developer Service Alliance” ha voluto rilasciare un commento a riguardo.

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