Non solo Xiaomi: anche OPPO e vivo indagate per evasione fiscale in India

Da Lorenzo Spada

Xiaomi India si trova al momento al centro di una causa legale che la vede accusata di evasione fiscale. Nelle scorse ore abbiamo scoperto che nella stessa situazione sono presenti anche altri produttori cinesi. In particolare, OPPO e vivo.

Evasione fiscale: quanti solidi hanno evaso OPPO, vivo e Xiaomi in India

I dati condivisi dal ministro di Stato per l’elettronica e l’informatica Rajeev Chandrasekhar a Rajya Sabha hanno mostrato che tra il 2018-19 e il 2022-23 è stata rilevata un’evasione fiscale di circa 9.000 crore di rupie, compresi dazi doganali e GST.

Il governo ha recuperato Rs 1.629,87 crore dalle società durante il periodo.

Secondo i dati, Oppo Mobile India Pvt Ltd è stata trovata von un’evasione fiscale di Rs 5.086 crore che include Rs 4.403 crore di dazi doganali e Rs 683 crore sotto forma di GST.

Vivo ha evaso tasse per un valore di Rs 2.923,25 crore, di cui Rs 2.875 crore di dazi doganali e Rs 48,25 crore di GST, secondo la risposta scritta di Chandrasekhar.

L’evasione fiscale di Rs 851,14 crore è stata rilevata nel caso di Xiaomi Technology India Pvt Ltd che comprende Rs 682,51 crore di dazi doganali e Rs 168,63 crore di GST.

Chandrasekhar ha condiviso che l’evasione dei dazi doganali di Rs 4.389 crore è stata rilevata nel 2019-20 nel caso di Oppo Mobile India Pvt Ltd, di cui Rs 450 crore sono stati recuperati.

Si è scoperto che Vivo India Mobile Pvt Ltd stava evadendo i dazi doganali di Rs 2.217 crore di cui Rs 72 crore sono stati recuperati nel 2020-21. Nel 2022-23, Vivo Mobile India Pvt Ltd è stata trovata a evadere Rs 658 crore.

Nel 2019-20, Xiaomi Technology India Pvt Ltd ha evaso il dazio doganale di Rs 653,02 crore di cui Rs 46 lakh sono stati recuperati.

Insomma, si tratta di una situazione alquanto grave per le tre aziende che, chi più, chi meno, hanno approfittato del sistema per non pagare le tasse sui dazi doganali. Il tutto sta avvenendo nel mentre Xiaomi India sta ristrutturando la propria dirigenza (con tagli al personale) con l’obiettivo di aumentare a dismisura non solo il “made in India” ma anche i negozi fisici nella regione.

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