Xiaomi vince la prima battaglia contro la causa legale con gli USA

Da Lorenzo Spada

Un giudice federale di Washington ha vietato al Dipartimento della Difesa degli USA di limitare gli investimenti statunitensi nel produttore cinese di smartphone Xiaomi. Ecco perché gli investitori americani hanno mantenuto il diritto di acquistare azioni Xiaomi. Non si tratta della vittoria finale ma comunque gli investitori americani non saranno più costretti per il momento a vendere le proprie quote.

Negli ultimi giorni dell’amministrazione di Donald Trump, il Dipartimento della Difesa ha inserito Xiaomi in un elenco di società presumibilmente legate all’esercito cinese, portando a restrizioni finanziarie che sarebbero entrate in vigore in seguito. Ma quando Xiaomi ha fatto causa al Dipartimento della Difesa USA appellandosi sulla decisione abbiamo scoperto che il motivo dell’inserimento nella lista nera che vieta qualsiasi investimento americano nella società è dovuto anche a Lei Jun e al premio che ha ricevuto nel 2019 legato al socialismo in Cina.

Ad ogni modo, nelle scorse ore il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Rudolph Contreras, ha concesso a Xiaomi una mezza vittoria, affermando che la mossa ha privato la società dei suoi diritti di giusto processo. Contreras ha detto che Xiaomi probabilmente vincerà la causa alla fine e ha emesso un ordine iniziale per evitare che alla società vengano inflitti “danni irreparabili”.

Xiaomi ha detto che intende continuare a chiedere al tribunale di dichiarare illegale il rapporto fittizio della società con l’esercito cinese. A novembre, l’ex presidente Donald Trump ha firmato un decreto che vieta gli investimenti statunitensi in società cinesi possedute o controllate dai militari nel tentativo di fare pressione su Pechino. Gli Stati Uniti hanno anche imposto divieti su popolari app cinesi come WeChat e TikTok, citando minacce alla sicurezza nazionale.

Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Rudolph Contreras ha commentato: “La corte è alquanto scettica sul fatto che siano effettivamente coinvolti seri interessi di sicurezza nazionale“.

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