Xiaomi primeggia nelle vendite online nella prima metà del 2016

Da Redazione

Tutti noi sappiamo che il miglior metodo per avviare una qualsiasi start-up è quello di focalizzarsi inizialmente sulle vendite online e sulla pubblicità tramite social media. Anche Xiaomi ha iniziato il suo cammino proponendo i suoi dispositivi maggiormente tramite il web che in seguito ha associato ad alcuni negozi fisici dislocati nei mercati attualmente supportati dalla società stessa. Tutt’ora, tuttavia, è proprio il mercato online la maggiore fonte di guadagni per la società ed a confermarlo è stata la Beijing Sino Statistical Agency.

Quest’ultima ha pubblicato online i propri risultati riguardanti le vendite dei principali produttori di smartphone asiatici della prima metà del 2016 che, più nello specifico, si distinguono in tre categorie, ossia vendite online, offline e combinate.

Contrariamente da quanto riportato dall’IDC qualche tempo fa, Xiaomi non sembra soffrire poi molto di quel calo di vendite registrato nel Q2 di quest’anno per quanto riguarda le vendite online che, come è possibile vedere, risultano essere molto buone (prima in classifica) rispetto a quelle di tutti gli altri produttori asiatici. Infatti, durante i primi sei mesi dell’anno, Xiaomi ha liquidato oltre 17 milioni di smartphone attraverso i suoi canali online ufficiali. La situazione, però, si ribalta totalmente se si prendono in considerazione le vendite offline, dove la società riesce a stento a collocarsi fra i primi dieci (nello specifico, in nona posizione). La somma di entrambi questi valori porta all’ultimo grafico in cui è possibile notare un naturale incremento di posizione della società che adesso si colloca al quinto posto, subito sopra Samsung e Meizu con un distacco di oltre 10 milioni di unità vendute.

Certo, non si può dire che Xiaomi non sia andata proprio bene, in quanto ha sicuramente visto momenti migliori, però nemmeno gli si può dire di aver realizzato una perdita enorme. Riuscire a liquidare oltre 26 milioni di smartphone in soli sei mesi non è da poco, soprattutto se si considera che il suo raggio d’azione è molto ristretto rispetto ad altri brand presenti in tale classifica.

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