Xiaomi sta triplicando la produzione di smartphone in India

Da Lorenzo Spada

L’India non rappresenta solo un mercato dalle grandi opportunità per Xiaomi ma rappresenta essenzialmente una seconda Cina. Il colosso cinese infatti, dopo aver conquistato il primato per numero di smartphone venduti nel territorio indiano, ha deciso di aumentare ancora di più i propri investimenti triplicando la produzione locale di smartphone.

Xiaomi sta aprendo tre nuove fabbriche in India per ottimizzare ancora di più il rapporto qualità prezzo dei suoi smartphone estremamente popolari, ha annunciato l’azienda. Avvierà inoltre la produzione dei dispositivi in ​​un impianto esistente che attualmente produce solo power backs.

Ricordiamo che Xiaomi ha già all’attivo 2 fabbriche di produzione in India e grossi investimenti nell’apertura dei Mi Store, per cui non si tratta di una rivoluzione ma più di un miglioramento drastico della propria presenza del subcontinente asiatico.

Al fine di velocizzare il tutto e far si che le nuove fabbriche di produzione siano da subito efficienti, essi saranno gestiti in collaborazione con l’azienda elettronica taiwanese Foxconn (la stessa che si occupa dell’assemblaggio degli iPhone). Xiaomi e Foxconn lavoreranno insieme anche su un nuovo impianto nello stato indiano meridionale del Tamil Nadu per realizzare circuiti stampati.

Nel 2015 abbiamo esteso il nostro impegno a lungo termine al mercato indiano aderendo al programma “Make in India”. Oggi stiamo approfondendo questo impegno. Credo che continueremo a svolgere un ruolo chiave nel trasformare l’India in un polo manifatturiero globale. – Manu Jain, responsabile Xiaomi India

Il nuovo progetto di espansione della produzione in India dovrebbe necessitare di un investimento di 2,5 miliardi di dollari e, cosa molto importante, creare 50.000 posti di lavoro.

Insomma, Xiaomi ha dimostrato più volte che la sua caratteristica chiave non è tanto il breve ma il lungo termine. Questo è un qualcosa che sicuramente fa piacere agli investitori che si preparano a finanziare l’azienda nel momento in cui verrà quotata in borsa. Si prevede che ciò avvenga nella seconda metà del 2018.

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