Xiaomi trarrà vantaggio dalla vicenda Huawei-Google-USA?

Da Lorenzo Spada

Se siete stati attenti alle notizie che sono circolate negli ultimi giorni, saprete sicuramente che è scoppiato un caos fra Huawei e gli Stati Uniti, tanto che il governo di quest’ultimo ha firmato un ordine esecutivo che vieta alle aziende americane di fare affari con Huawei se non dietro autorizzazione ufficiale. La primissima conseguenza di questa vicenda ha veduto Google revocare la licenza Android a Huawei, escludendo essenzialmente a tutti i nuovi smartphone l’accesso al Play Store. Ma da questa situazione Xiaomi ne trarrà beneficio?

Considerando che Huawei è il secondo produttore mondiale di smartphone e che il possibile ma a questo punto inevitabile utilizzo di un sistema operativo alternativo (un fork di Android o un OS del tutto diverso) possa portare a vendite molto inferiori rispetto al previsto, è lecito attendersi che le quote di mercato che perderà Huawei possano essere ridistribuite fra i concorrenti più vicini, fra cui anche Xiaomi.

Stando a un nuovo report, presumendo che il divieto continui, si prevede che le spedizioni globali di smartphone Huawei diminuiranno del 24% anno su anno nel 2019. Entro il 2020, le spedizioni continueranno a diminuire del 23% anno su anno.

Il report tiene conto solo degli smartphone Huawei ma è vero che anche i modelli Honor verranno impattati da questa situazione. Il rapporto giustifica questa stima dicendo che le azioni dell’amministrazione Trump rendono difficile per il colosso della tecnologia cinese utilizzare hardware e software statunitensi, in particolare Google Play. Tuttavia, questo non avrà molto impatto sul mercato cinese.

Prima dell’aggiunta di Huawei alla Lista Nera del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, nel primo trimestre del 2019 la società ha spedito 59,1 milioni di smartphone in tutto il mondo, in crescita del 59,1% anno su anno .

Se per gli smartphone vi sarà una possibilità di crescita ulteriore ai danni di Huawei, la stessa cosa la si può dire per i notebook. Di fatto anche Intel si è tirata indietro dalla fornitura di CPU a Huawei, danneggiandogli anche tale mercato.

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